L’emozione era tanta per me, pittrice e scrittrice di articoli per Radio Bla Bla Network, in cammino per conseguire l’accredito giornalistico quando, ieri (18 febbraio 2023), mi è stata donata la possibilità di presenziare alla conferenza stampa dell’immenso Renato Zero. Amo il suo spirito, la sua musica spesso mi accompagna mentre dipingo. Inutile rigirarsi, avevo la pelle d’oca e una missione nel cuore: fargli una domanda, potermi confrontare con lui.

Renato Zero è sceso dal cielo, che in realtà era solo un soppalco della stanza che ospitava la stampa, e ha brevemente ma incisivamente presentato il tema del prossimo tour di concerti in giro per l’Italia, che inizierà il 7 marzo al Mandela Forum di Firenze e proseguirà almeno fino a maggio, in varie città della penisola. 

Il titolo è “Zero a Zero, Una Sfida in Musica”. Una sfida con sé stesso, un dialogo e un confronto tra lo Zero travolgente e infinitamente artista del palco e il Renato della vita intima e quotidiana, tra solitudini piene di riflessioni e uscite tra le vie della sua città in cerca della vita e delle persone. Forza della natura sostenuta da sentimenti ed emozioni, una vita interiore che lo mette perennemente in discussione ma che riesce per l’appunto a dargli l’energia per portare avanti concerti di più di tre ore. “È l’amore per quello che faccio che è la polizza migliore quando salgo sul palco”, e Renato l’amore lo conosce profondamente, al di là del senso comunemente inteso di relazione romantica, l’amore per il prossimo, l’amore per la vita, l’amore per la sua arte, per gli amici… basta ascoltare canzoni come “Amico” o come “Voglia d’amare”. L’ amore per la sua Fede, che durante il lockdown dovuto al Covid-19 ha coltivato, dando alla luce l’album-libro “Atto di Fede”. 

La mia domanda era proprio incentrata su questo tema. Come pittrice credente (la ricerca di Dio attraverso l’arte mi appassiona particolarmente), sentivo il bisogno di confrontarmi con lui, che parla di Dio come solo un artista sa fare, entrando nei cuori delle persone con un linguaggio unico, che ha in sé umiltà e felice entusiasmo. 

Sgomitando un po’ tra giornalisti più affermati di me, sono riuscita a porgli questa domanda, che mi sono concessa di definire “bella”: “Quanto coraggio ci vuole ma anche quanta bellezza c’è nel parlare di Dio in tempi così complicati come i nostri?”, e Renato ha risposto con la profondità di spirito che lo contraddistingue. Innanzitutto ha voluto porre l’accento sulla differenza tra il raccontare, condividere e tramandare la Fede e la “sponsorizzazione” di essa. “La Fede non si sponsorizza” e non è obbligatoria, perché si può anche rischiare di farsi del male: “Abbracciare una fede in una certa condizione potrebbe anche quella cosa nuocerti”. La Fede deve essere libertà, “Dio è una scelta”, non un’imposizione. Renato la consiglia in “Potrebbe Essere Dio”, ma non ne fa mai proselitismo. La condivide, come nel già citato progetto “Atto di Fede”, ma mai la ostenta. La delicatezza con cui tratta l’argomento è sempre rispettosa dell’altro, ed è sempre ascolto, mai prevaricazione. La Fede e la condivisione franca e semplice di essa gli hanno permesso di superare il difficile periodo del Covid-19. Gli ha donato tanto attraverso gli amici che hanno partecipato ad “Atto di Fede” con pensieri ispirati alla sua musica. 

La Fede è quindi anche condivisione nel confronto per il cantante; e quale più grande dono e al tempo stesso sfida c’è, per un artista, se non quello del confronto con gli altri e con sé stessi? Si torna quindi al tema del nuovo tour, e Renato nella sua dolce saggezza, ma anche simpatica ironia, insegna quanto sia importante parlare profondamente e schiettamente con sé stessi.

Durante la conferenza sono stati affrontati tanti temi, del resto quando si incontra un’anima bella, si resterebbe a parlarci per ore insieme…

Qualcuno ha chiesto delucidazioni su Rosa Chemical, altri sulla sua scelta di andare a C’è Posta per Te di Maria de Filippi invece che alla finale di Sanremo. Con la scioltezza che solo un grande come lui può permettersi, ha dichiarato che continua a scoprire tantissimi suoi sosia, riferendosi al  trasgressivo cantante che a Sanremo ha creato scompiglio, ma che solo l’originale vince. Vince sì, non perché è stato grande trasgressivo molto prima di Chemical, ma perché ha denunciato la mancanza da parte di chi di dovere nel formare i giovani talenti e ha avuto l’umiltà di raccontarci che dietro di lui o ad esempio Baglioni, ci sono state persone preparate che li hanno consigliati ed indirizzati sulla strada che rende un artista completo e pronto per esibirsi. Queste figure ormai non esistono più oppure cercano lo scandalo piuttosto che la vera arte. La trasgressione di Zero è ben diversa da quella di Rosa Chemical; perché Il Triangolo era un ironico divertissement ludico per riderci sopra, ma la sua meta è sempre stata il Cielo. 

Per quanto riguarda la sua presenza a C’è Posta Per Te, ha accettato l’invito della De Filippi perché in un periodo faticoso per i tanti impegni per il prossimo tour, era un appuntamento decisamente più leggero rispetto ad una presenza sul palco dell’Ariston. Ha anche precisato però che non sapeva che Mediaset lo avrebbe “messo in trincea”.

Quando sono uscita dallo spazio che ci ha ospitati, ovviamente dopo che Renato è volato via, anche se in realtà è solo salito su un’auto che lo ha portato ero un altro impegno, l’emozione era ancora presente e viva sulla mia pelle. 

I miei occhi avevano incontrato i suoi e li avevano riconosciuti, nel confronto.

Giulia Calvanese per RadioBlaBla Network News