Mi chiamo Giulia Calvanese, sono pittrice e chi segue questa bellissima piattaforma di musica comincia a conoscermi anche se parlo prevalentemente di arte in senso lato. Prima del periodo di Pasqua, ho fatto un viaggio in solitaria a Firenze, avevo bisogno di ricaricarmi di arte, di medioevo e di rinascimento. Lo so, posso apparire un po’ stramba, ma è la mia linfa vitale, e ora sono qui per raccontarvi alcune cose belle belle, ma davvero belle, che ho conosciuto, con una serie di articoli.

Oggi vorrei iniziare scrivendo di una realtà che è in diretto rapporto col mondo della musica: La Fondazione Franco Zeffirelli.
Cominciamo con una piccola infarinatura… Franco Zeffirelli è stato tra i più grandi registi italiani, ma egli era regista nel senso più vasto che possiate immaginare. Era scenografo, costumista, pittore… avrete già capito che per me è nel mio personale Olimpo dei Grandi, ma al di là di quello che è un mio gusto personale, bisogna riconoscergli la creazione di veri e propri capolavori artistici, sia nel teatro che nel cinema. Insomma, chi di voi, giovani, ancora non lo conoscesse, cercatelo almeno per una decina di minuti su internet, potreste incappare in un film che vi cambierà la vita, o in una scenografia che vi farà sognare, e non preoccupatevi di apparire “retrò”, i grandi artisti non lo sono mai, e Franco Zeffirelli è stato e continua ad essere un grande artista.

Detto questo, veniamo al succo.

La Fondazione Franco Zeffirelli col suo Museo, è in pieno centro a Firenze, a quattro passi dal Museo del Bargello e a dieci dagli Uffizi. Quando si entra, si ha l’impressione varcare la soglia di un mondo incantato, o meglio, di calcare un palcoscenico dalla splendida scenografia. Il palazzo, col suo grande scalone interno che porta al piano superiore dov’è esposta la collezione, ha il fascino delle antiche glorie italiane e proietta il visitatore in una dimensione alternativa, sospesa in un tempo indefinito. Viene da chiedersi se le produzioni dei grandi musical di Broadway non siano venuti a curiosare tra le nostre architetture… Di fatto, si tratta di un antico complesso monastico che in seguito fu sede del tribunale fiorentino.
Ad accogliere, al primo ballatoio, c’è uno spettacolare abito della Turandot, del 2011, realizzato da Maurizio Millenotti, per la regia e scenografia di Zeffirelli. La bellissima Turandot sembra quasi fare da padrona di casa col suo raffinatissimo ed intricatissimo copricapo, invitandoci alla visita.
La collezione conta innumerevoli fotografie, documenti e soprattutto studi, bozzetti, idee, costumi nati dalla mente del grande regista. Sono rimasta incantata e colpita ancora una volta dal suo genio e ho inoltre scoperto lati della sua opera che non conoscevo. Uno tra tutti, il fatto che era, anche e sicuramente, pittore. Alcuni studi per le sue scenografie, realizzati con tecniche pittoriche, sono veri e propri quadri di importante bellezza.
Di grande impatto è anche la sala dedicata al progetto mai realizzato sulla Divina Commedia di Dante. Oltre alla sbalorditiva produzione di bozzetti, è mozzafiato la loro ambientazione, grazie a giochi di proiezioni sul soffitto.

Finito il mio giro, ho potuto anche passare un bel momento nella Sala da Té del Maestro e godermi il Bookshop, felice di portarmi a casa qualche souvenir per la mia collezione. Ciliegina sulla torta sono state le chiacchiere scambiate con lo staff e la loro gentilezza.

Andando poi sul sito della Fondazione (https://www.fondazionefrancozeffirelli.com/), si scopre quanto la Fondazione offra dal punto di vista didattico e formativo. Workshop, visite guidate per le scuole, Masterclass, una biblioteca d’eccezione… insomma un luogo da frequentare assolutamente per chi tra voi sta seguendo studi sull’arte teatrale e registica, e per chi vuole continuare a sognare e a credere nell’arte e nel bello.

Giulia Calvanese per Radio Bla Bla Network News

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