La parola “astro” include tutti corpi celesti luminosi visibili nella volta celeste: stelle, pianeti, comete… e così come pianeti, mondi singoli ed irripetibili, si presentano le opere della mostra Astrolabio visitabile dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 14.00, al Liceo Artistico Statale di Brera a Milano, fino al 26 marzo di quest’anno. La mostra, a cura di Anna Maria Fazio e Alfredo Mazzotta, è il risultato della collaborazione tra il Liceo Artistico di Brera, L’Accademia di Belle Arti di Brera e la Società per le Belle Arti del Museo della Permanente di Milano. Una esposizione tutta al femminile, le opere esposte sono delle artiste socie della Permanente e delle professoresse di Brera, tra liceo e accademia. 

Mondi variegati e unici portanti messaggi, testimonianze e riflessioni sul mondo interiore o esteriore, sulla contemporaneità e le sue contraddizioni ma anche sulla tradizione artistica italiana.

Alcune opere mi hanno colpita particolarmente, di queste, ne ho scelte quattro di cui parlarvi, con la speranza che possano essere il motore che vi spingerà a visitare la mostra per scoprire tutte le altre.

La prima, realizzata su tela con foglia oro e gesso, è di Isa Locatelli. Mondo che si svela o si rivela, oro come simbolo del prezioso, del divino e della luce delle stelle che guida il mondo interiore di una persona. In quest’opera ascolto un’eco lontana, e reinterpretata da mille fattori, dei mosaici ravennati, conservati in scrigni di ruvidi mattoni, dalle semplici e sobrie architetture. Non è importante l’esteriorità ma la luce interiore, quello che si nasconde e si preserva per essere donato a chi ne sa riconoscere il valore.

Giuliana Consilvio mi ha colpita col suo Ritratto come Metafora, sia per la commistione delle tecniche utilizzate e la matericità, sia per il significato che mi pare di interpretare. Quanto una casa, qui nello specifico sembrerebbe un’antica cascina, ma parlando generalmente, un luogo in cui si vive, può essere l’espressione stessa dell’anima di chi ha trascorso la propria vita al suo interno? La casa rimane ancorata alle sue radici materiche. La casa è corpo e noi siamo la vita che scorre al suo interno. Un messaggio forte e potente come il materiale su cui poggiano le mura rappresentate, e al tempo stesso nostalgico e sensibile.

Poi ci sono Giuliana Storino e Daniela Moro, che mi sembrano parlarmi di qualcosa di correlato, come due facce della stessa medaglia. Daniela Moro aderisce in modo diretto al titolo della mostra, catturando, come un astrolabio, le stelle e facendole proprie, cucendole in modo da non farle scappare, e per far questo, simbolicamente, le ricama sulla tela di cotone. Sembra quasi volerle trattenere per studiarle e comprenderle attraverso una tecnica delicata, tipica, se vogliamo, del mondo femminile. I ricami di Daniela Moro sono fini e raffinati ma al tempo stesso in grado di stringere forti legami, in questo caso con le stelle, e ci parlano di saperi ancestrali e pratiche appartenenti alla nostra storia, fin dai tempi dei primi uomini che cucivano le pelli per poter sopravvivere. Nelle sue immacolate tele sento i canti delle donne che per millenni hanno usato l’ago e il filo non solo per unire ma anche per raccontare, cogliere la realtà e rappresentarla, l’artista coglie le stelle.

Giuliana Storino espone un’opera fatta di terra. Terra catturata. Se Daniela ferma le stelle e se ne appropria, Giuliana fissa la terra e la fa sua, lasciandola disegnare testimonianze silenziose, frutto del vento e delle acque. L’una parla del cielo, l’altra della Terra su cui camminiamo e da cui proveniamo. Anche quest’opera mi parla di qualcosa di ancestrale, delle nostre origini, di come siamo sempre stati polvere in continuo cambiamento. L’opera di Giuliana Storino potrebbe essere vista come fotogramma di un continuo mutare, di un nascere e divenire perpetuo: storie fermate per un istante prima di riprendere la mutabilità incessante. Al tempo stesso, mi parla di passi ed impronte, segni lasciati dal nostro passato. Emozionante farla dialogare con quella di Daniela Moro.

In conclusione, posso confermare ancora una volta che Milano è piena di sorprese nascoste, culturali ed artistiche, una grande caccia al tesoro che offre spunti di riflessione profondi a chiunque sia disposto ad andare oltre ai pregiudizi che spesso etichettano le grandi città. Andate a vedere questa mostra “nascosta” in uno dei licei artistici più importanti di Milano, è una finestra dalla quale, col vostro astrolabio, potrete cogliere mondi che vi emozioneranno.

Giulia Calvanese per Radio Bla Bla Network News