Palazzo Strozzi, Firenze, dal 7 ottobre 2023 al 4 febbraio 2024

Ci sono due modi possibili per visitare le mostre di Anish Kapoor, fortunatamente queste due modalità possono intrecciarsi e creare un dialogo tra loro. 

C’erano una volta, prima dell’invenzione dei videogiochi e della realtà virtuale, gallerie di specchi deformanti, che divertivano lo spettatore creando realtà distorte e alternative. Ora ci sono, oltre alle realtà virtuali di vari livelli, le opere di Kapoor, che sono in grado di ricreare, ad un primo impatto, l’ambito giocoso di quelle gallerie, proiettando lo spettatore in una realtà alterata e sorprendente. Sotto questa epidermide ludica, si nascondono però riflessioni sulla realtà in cui siamo immersi che possono sconfinare nel mondo incredibilmente complicato ma affascinante delle recenti teorie della fisica quantistica. Gli spazi e le dimensioni della realtà sensoriale si mescolano così come il gioco e la riflessione profonda in queste opere coinvolgenti. 

La mostra di Palazzo Strozzi propone un percorso attraverso vari temi affrontati in altrettanti modi espressivi nel corso degli anni dall’artista poliedrico. Un lentissimo blocco di cera “autocreato” funge da ponte congiungendo sale espositive, spazi dal sapore classico e stravolgimenti artistici. Il suo nero profondo nasconde e rivela, stupisce e fa riflettere sul vuoto dello spazio profondo in cui le leggi della fisica classica possono stravolte. Da queste profondità spirituali si arriva al mondo della carne sanguigna e materiale in grado di disturbare la pace della nostra interiorità.

Sicuramente da un punto di vista emozionale e riflessivo possiamo parlare di arte, ma da un punto di vista prettamente visivo? “Ai posteri l’ardua sentenza”. Ciò che non si discute è la capacità di Kapoor di sorprendere lo spettatore, in un periodo storico in cui l’arte è prevalentemente associata all’idea di shock.

Giulia Calvanese per Radio Bla Bla Network News