Esposizione di arte cibernetica preso gli spazi Mixtape di Milano

Evento di particolare interesse culturale, sono stata accolta negli spazi Mixtape con cordialità e subito entrando a sinistra un’esposizione di rare piante bonsai hanno fatto bella mostra dell’autunno con i loro colori  caldi e vivi. In una saletta con nove poltroncine è stato proiettato un filmato di fotografie di Okinawa sapientemente avvicendate. Continuando il giro delle stanze divise tra loro da una bussola in vetro dove la Mixtape programma e diffonde, si entra in un grande spazio dove sono state esposte quattro opere create dall’intelligenza artificiale A.I.ku, di fronte alle opere un bonsai silver che mani esperte hanno  potato e preparato per una crescita futura. Nel contesto su tavolo vicino un’esperta di kintsugi, dell’Elefante Blu, dimostrava come intervenire per restaurare porcellane e vetri rotti o sbeccati mentre in fondo altre mani esperte preparavano un ottimo caffè.

Indubbiamente chi ha organizzato questo evento, di sapore tutto giapponese, ha avuto la capacità di profonde riflessioni sui tempi odierni e ha saputo esprimere tutte le contraddizioni di un paese che sta “insegnando” come poter condividere il tempo della tecnologia con la tradizione che viene dal passato.

La vivacità e irrequietezza della gioventù ripresa nelle strette e affollate strade di Okinawa, i panorami di una città estremamente futurista dove il cielo notturno è squarciato da parallelepipedi di cristallo, il disordine e la trascuratezza dei mercati e botteghe e la perfezione dell’ordine dei templi, il continuo movimento dei biglietti votivi e le sferzate del vento sulla lussureggiante vegetazione dei giardini …   come non riflettere sulla calma e sicura movenza dei gesti nel momento dell’incontro e la sfrontatezza della tecnica cibernetica.

Tutto sembra impossibile nella nitidezza della realtà: come possono sussistere tutti questi aspetti del popolo giapponese?

Ed ecco che si apre come un fiore di loto tutto l’aspetto intimo di questo popolo che sa essere segreto, intimo e tradizionale per secoli e secoli e contemporaneamente estremamente tecnico e virtuale.

Cosa mi è rimasto dentro di me? La riflessione che nulla deve andare perduto, che anche la tazzina che si sbecca deve essere “aggiustata’ per continuare ad essere usata, che nulla si butta via e che ogni cosa ha un suo perché nel suo uso, così che nulla vada sprecato.

Forse il Giappone ci può aiutare a rispettare la terra, sicuramente ci insegna che anche se si è suddivisi in miriadi di isole, contornati dal mare e attraversati da terremoti e lava, si può essere un punto sicuro di riferimento. 

Articolo scritto da Paola Marianelli