Di Willy Wonka ne esistono almeno tre. Il primo è l’originale che ha vissuto nella mente di Roal Dahl e vive ancora nelle pagine del suo romanzo senza tempo, il secondo è quello interpretato dall’insuperabile e delicato Gene Wilder, e il terzo quello straordinario e irripetibile rappresentato da Johnny Deep. Thimotée Chalamet si aggiunge alla lista con un’interpretazione assolutamente degna sia di Wilder che di Deep. Lo sceneggiatore di Paddington, Paul King, questa volta regista, ha saputo regalare al pubblico una versione più tenera, dolcemente malinconica ma anche piena di entusiasmo e gioia di un Willy Wonka che si affaccia all’età adulta. Meno aspro e più idealista, vista l’età diversa, Wonka-Chalamet è pronto a conquistare il mondo e ce la farà con l’aiuto di amici veri e alcune virtù tra cui la Gentilezza (che fortunatamente ancora una volta troviamo anche in un film meno “impegnato” rispetto a Wonder White Bird di cui ho scritto qualche giorno fa).

116 minuti in cui sono stata bene, ho dimenticato di essere in una sala cinematografica, e mi sono stupita, emozionata e divertita. Sono abituata alle coreografie dei musicals degli anni d’oro di Hollywood, da Cantando Sotto la Pioggia a Tutti Insieme Appassionatamente passando dalle pellicole con Fred Astaire e Ginger Rogers, e spesso rimango delusa quando mi confronto con le nuove produzioni (andrò controcorrente dicendo che Lalaland non mi ha impressionata per nulla, anzi); ma questa volta sono rimasta colpita dalla freschezza e la simpatia sia dei balletti che delle musiche. 

Il film vuole essere il prequel di quello del 1971 con Gene Wilder, ma anche le citazioni a quello del 2005 con Deep non mancano. Come non mancano le sorprese e il cammeo di un attore molto famoso che mai mi sarei aspetta vestire i panni di un Umpa Lumpa. Senza guardare la lista del cast online provate ad indovinare chi può essere, non ce la farete mai.

La mia riflessione ulteriore è stata che, forse, e ripeto forse, ci stiamo allontanando da quell’ondata di film oscuri che dai primi anni duemila l’hanno fatta da padrone nel genere fantastico. Quell’inquietudine di fondo, i toni scuri, le musiche pesanti, le nubi minacciose sembrano diradarsi per lasciar spazio alla luce e alla gioia. E qui farò una battuta: finalmente non dovremo più tirare giù le saracinesche in casa per poter vedere di giorno il solito film che sembra girato tutto di notte alla luce di un cerino! Se l’arte è da sempre sia espressione dei suoi tempi ma anche anticipatrice del futuro, forse stiamo andando verso tempi migliori, visto che il nostro presente non è certo molto luminoso da un punto di vista umano. Speriamo. 

Speriamo che questi film che riportano semplici e universali valori all’attenzione dello spettatore come l’amicizia, la Gentilezza, la voglia di farcela senza calpestare gli altri, il coraggio, il sogno, siano davvero il canto dell’allodola di un nuovo giorno in cui ci ritroveremo più umani e consapevoli dell’altro che ci sta accanto.

Giulia Calvanese per Radio Bla Bla Network News