Secondigliano.

E’ il luogo al centro della storia. E’ il luogo dove, nonostante si respiri aria #sgarrupata, si continua a tirare avanti in qualche modo. E’ il luogo nel quale sopravvivono con molta fatica certe tradizioni.

Di una di queste è/era portavoce Nannina, famosa #cantastruppole di quartiere vale a dire chi intrattiene il pubblico con il ‘cunto’ di certe storie di paese. Non va inteso con l’arte di chi fa il cantastorie: il #cunto è una forma di teatro primitivo nel quale il pubblico vi assiste in maniera attiva perché, secondo le occasioni, può venire coinvolto e fare parte dello spettacolo.

La storia di Nannina è raccontata attraverso gli occhi della nipote (che poi è la stessa autrice). La narrazione si mostra, quindi, in modo sfaccettato. Da un lato il #presente, il quotidiano; dall’altro una ridda di aneddoti su Nannina. Nel mezzo c’è una serie di componenti che potrebbero far identificare il testo come un romanzo di formazione.

L’atmosfera che si coglie si pone in un’intersezione tra il fiabesco ed il malinconico, proprio perché si parla di qualcosa che non appartiene all’epoca contemporanea. Ci sono momenti dove sembra di navigare in una dimensione rarefatta, tale è la magia presente nel testo.

Un qualsiasi altro libro si sarebbe limitato a questa situazione quasi impalpabile. Avrebbe trovato il modo di accomiatarsi dal pubblico con qualche bellissima trovata di effetto/sostanza e arrivederci e grazie a tutti.

Spanò invece vuole effettuare un #upgrade rispetto alla tradizione che l’ha preceduta. E’ per questo che la realtà si insinua prepotente nell’impianto di questa storia, e lo fa mettendo in evidenza vicende drammatiche legate ad ambienti che agiscono nel #sommerso, che pescano nel #torbido.

Altro che magia, fiabesco, atmosfere rarefatte. 

Il messaggio sembra molto chiaro. La realtà, l’oggi, il presente si muovono in modo da offuscare il passato, il folklore, la tradizione. La loro azione rende difficoltoso, se non addirittura impossibile, il recupero di tanti aspetti che hanno contraddistinto la napoletanità.

Ben venga, quindi, Spanò con questo romanzo con il quale ci aiuta a non #dimenticare.

Cercate in rete notizie dell’autrice. Capirete che lei, in prima persona, è sulla barricata per operare un recupero di tutto questo patrimonio culturale che ha ancora molto da offrire.

Enrico Redaelli – RADIOBLABLANETWORK NEWS