Parliamo di #doppio, argomento ampiamente approfondito dalla letteratura degli ultimi duecentocinquant’anni. A monte, già questo poteva rappresentare un ostacolo per il prodotto finale perché oramai in questo campo è stato detto un po’ già tutto.

Invece Brami si arma di un’ambizione che gli permette di centrare un importante risultato. Nel costruire il suo impianto, l’autore raccoglie diverse lezioni dalla tradizione più o meno recente e, mescolandole opportunamente, arriva ad un romanzo affatto fuori dal comune quanto a #doppio e a #surreale.

Non mi metto ad elencare gli autori o i movimenti da cui può avere tratto spunto, perché sarebbe da

parte mia un inutile sfoggio di saccenteria quanto mai fuori luogo.

Come se non bastasse, si percepisce anche un intento metanarrativo che infonde all’insieme un’ulteriore quota di originalità. “Melinoe” è la storia di due fratelli e l’andamento del plot procede per blocchi paralleli, uno dei quali è occupato dalle pagine di un #memoir, svelato per gradi, redatto proprio da uno dei due protagonisti. E’ ovvio che essendo in presenza di una situazione ampiamente irrazionale, le linee parallele della narrazione finiranno per incontrarsi.

Al di là di questi aspetti strutturali, lungo il libro è possibile ravvisare un fattore inquietante che se nella parte iniziale si insinua timidamente nelle vicende, nel prosieguo si incista e si innesta perentoriamente nella trama. Proprio per la piega che prende questa inquietudine e per il modo inedito con cui vengono rielaborati i modelli del passato, “Melinoe” a mio parere rappresenta qualcosa di nuovo.

La lettura è paragonabile ad una camminata su un sentiero che porta alla cima di un’altura. Per come è fatto il sentiero, la salita diventa sempre più ripida e per chissà quale motivo (Imminente pioggia? Nebbia incombente? Rischio di buio?) impone fretta e ansia in chi sta camminando. Quando poi si arriva con il fiatone alla fine di questo percorso, si scopre che le cime sono anche tre e tutte contigue.

Quanto appena detto farebbe credere che la lettura del libro possa da un certo punto in poi diventare faticosa. Niente di tutto questo. Semplicemente, da un certo punto in poi si pretende un’attenzione a tutto tondo e, perdendo anche un solo elemento, si rischia di non godere a pieno della bellezza di quest’opera.

Comunque sia, per rimanere in un contesto #alogico

giro giro tondo

casca il mondo

casca la terra

casca #chi_legge se non è capace di affrancarsi da certe categorie.

Enrico Redaelli – RADIOBLABLANETWORK NEWS