II Powerchair Hockey è nato negli anni ’70 in alcune scuole del Nord Europa grazie all’intuizione e alla volontà di coinvolgere i propri studenti con disabilità di alcuni professori di Educazione Fisica. Approda in Italia grazie all’attività del gruppo giovani dell’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare (U.I.L.D.M.) prima promotrice di questo sport a livello nazionale.

La prima esperienza di campionato si realizzò grazie alla WHL, il primo esperimento di federazione che si trasformò nel 2003 in FIWH (Federaione Italiana Wheelchair Hockey). Nel 2020, FIWH cambia nome in FIPPS accogliendo la disciplina del PowerchairFootball. 

Grazie alla scelta di usare materiali leggeri come la pallina bucata e le mazze in materiali plastici leggeri tipiche del Floorball lo sport ha coinvolto sempre più ragazzi diffondendosi pian piano in tutta Europa e anche in Australia e Nord America.

Abbiamo deciso di intervistare Mattia Muratore vera e propria leggenda del Powerchai Hockey per comprendere meglio il movimento.

La scoperta del mondo paralimpico

“Ho scoperto il meraviglioso mondo dello sport paralimpico nel lontano 1997. Da tempo cercavo una disciplina sportiva adatta alle mie possibilità fisiche e, quasi per caso, ho conosciuto gli Sharks Monza, una squadra di Powerchair Hockey (hockey su carrozzina elettrica) della mia città. Sono andato a vedere un loro allenamento e da lì è stato amore a prima vista”.

L’amore per l’hockey 

“Ho sempre amato molto lo sport in generale e, in particolare, gli sport di squadra. Credo siano le discipline che permettono di far emergere al meglio i valori più profondi dello sport. L’hockey l’ho scoperto alle scuole medie, poco prima di incontrare gli Sharks Monza, grazie a un mio Professore di Educazione Fisica che ha provato a farmi giocare con i compagni di classe. Ho capito subito che sarebbe stata la disciplina giusta per me”.

Emozioni biancorosse

“Quella negli Squali è stata, purtroppo, una parentesi molto sfortunata. Volevo dare il mio contributo al raggiungimento di un grande obiettivo sportivo ma, purtroppo, a metà Campionato mi sono fatto male. In ogni caso la maglia è sempre stata quella degli Sharks, l’unica (insieme a quella della Nazionale, ovviamente) che ho indossato per tutta la mia carriera. Più di 25 anni con gli stessi colori significano solo una cosa: un legame indissolubile che mi terrà ancorato a questa meravigliosa squadra per tutta la vita, indipendentemente da quale sarà il mio ruolo in campo o fuori“.

Sensazioni mondiali

“Una grande soddisfazione naturalmente, il frutto di un lavoro durissimo portato avanti per anni da tutta la Nazionale (giocatori, allenatori, staff, tutti quanti insieme). Quelli prima del Mondiale 2018 sono stati anni davvero intensi, con tanti raduni e tantissime ore di allenamento che avevano come unico obiettivo quello di farci arrivare pronti all’appuntamento più importante delle nostre carriere, il Campionato del Mondo in casa, in Italia. Vincerlo è stato chiaramente il coronamento di un sogno, ma è stata soprattutto la prova che il lavoro alla fine premia sempre e che i sacrifici, presto o tardi, vengono ripagati”.

Avvicinamento alla galassia paralimpica

“Di fidarsi e lasciarsi andare, di avere quella curiosità e quella passione necessaria per andare a scoprire un mondo fantastico, fatto di persone straordinarie che hanno storie incredibili da raccontare. Il mondo paralimpico è davvero un mondo pieno di emozioni e di magia, dove ognuno ha la possibilità di trovare il proprio ruolo indipendentemente che si tratti di un atleta, di un allenatore, di un dirigente, di un volontario o di un semplice tifoso. È un mondo dove i valori veri dello sport si mischiano ai valori della vita e quello che ne esce è emozione e adrenalina allo stato puro“.

Oltre lo sport

“Oltre al mio lavoro ho tanti interessi, adoro viaggiare (cerco di farlo il più possibile) guardo quantità industriali di film e serie tv, mi piace leggere e soprattutto scrivere e ultimamente mi diverto anche a creare qualche video che condivido sui social. Le mie passioni più grandi, però, restano lo sport e la musica e cerco di non farmi mai mancare partite allo stadio e concerti live“.

Nel 2024 vorrei

“Sportivamente parlando mi aspetto un altro grande anno degli Sharks Monza, come gli ultimi due anni dopo la ripresa dell’attività sportiva post-covid. Il 2022 è stato un anno trionfale, ci siamo presentati ai Play-Off con entrambe le nostre squadre (una partecipa al Campionato di Serie A1, l’altra al Campionato di Serie A2) e, dopo ben 22 anni, siamo tornati a vincere lo Scudetto! Il 2023, invece, è stato un po’ più sfortunato ma siamo comunque riusciti a raggiungere nuovamente la finalissima, perdendola per un soffio dopo un’infinita lotteria di rigori. Sono sicuro che anche nel 2024 gli Sharks si faranno trovare pronti e saranno lì a darsi battaglia con tutte le squadre più forti d’Italia per lo Scudetto, sperando ovviamente nell’epilogo migliore possibile. Ma come dico sempre, l’importante è esserci e dare il massimo, poi il risultato finale dipenderà da tantissimi fattori ma il nostro compito sarà quello di farci trovare pronti e cogliere tutte le occasioni che ci capiteranno“.

Dopo l’hockey

“Sai, tutti gli atleti cercano sempre di non pensare al momento in cui smetteranno di giocare e fanno di tutto per rimandare quanto possibile quel giorno. Ovviamente vale la stessa cosa anche per me. Lo sport ha riempito gran parte della mia vita e, soprattutto, giocare a hockey mi piace, mi diverte e mi emoziona molto ancora oggi. Ma c’è un tempo per tutto, ogni cosa ha un inizio e una fine ed è giusto così. Non so ancora, nel mio caso, quando questo avverrà, mi dovrò anche confrontare con i medici che mi seguono perché negli ultimi anni ho avuto alcuni brutti infortuni e quindi devo capire se continuare a giocare può rappresentare un rischio per la mia salute. In ogni caso, so con certezza che,quando arriverà il momento mi farò trovare pronto e saprò conservare dentro di me tutti i momenti belli, emozionanti e indimenticabili passati in campo. Dopo avrò sicuramente un po’ di tempo libero in più, ma cercherò comunque di stare vicino agli Sharkscome potrò”.

David Andriyesh – RadioBlaBlaNetwork News