Oggi voglio parlarvi una mia personalissima esperienza, profonda ed emozionante, fatta durante la mia visita agli Uffizi.

Quando ho varcato la soglia del grande corridoio del piano superiore delle Gallerie degli Uffizi, avevo con me taccuino e matita, pronta ad ubriacarmi di arte e a realizzare schizzi e studi. È andata più meno così, anche se devo ammettere che arrivata al piano inferiore e dopo la terza ora di visita, ho ceduto ai selfie con le opere, perché ero un po’ provata.

Le opere da studiare sarebbero tutte… da ogni singolo dipinto si potrebbe imparare qualcosa dal punto di vista artistico. La dolcezza e l’eleganza dei gesti delle pale gotiche, la grazia di Botticelli, l’introspezione di Antonello da Messina, i vertiginosi moti d’animo di Leonardo, gli sguardi di Tiziano, la profonda compostezza che non annulla l’espressione emotiva di Beato Angelico, le innovazioni di Giotto… citarli tutti è impossibile, e stiamo parlando solo dei più grandi. Sarebbero da prendere in considerazioni anche quelli considerati “minori” che tanto piccoli non sono. Si fa in fretta a farsi girare la testa.

Veniamo al mio piccolo grande momento di grazia artistica. In una delle sale sono rimasta affascinata dal volto di Cristo dipinto da Beato Angelico nella sua Glorificazione della Vergine. Matita alla mano ho cercato di riprenderne i lineamenti sul mio quaderno, ma c’era troppa gente perché io riuscissi a disegnare al meglio, e così, dopo aver scattato una foto (rigorosamente senza flash, i flash danneggiano i dipinti, ricordatevelo sempre), sono uscita e mi sono seduta su una delle panche del corridoio cercando di riprodurre almeno in parte quel bellissimo volto. 

Non sono molto brava a copiare, mi faccio presto distrarre dalla fantasia e da quello che provo guardando quello che sto riproducendo. Il risultato è un mix tutto mio, che ai tempi dei miei studi e delle sessioni di copia dal vero, non era un gran risultato, ma che ora riesce a farmi sentire pienamente madre di ogni mio disegno. Stavo quindi un po’ copiando e un po’ seguendo il mio cuore quando una anziana signora dagli occhi di cielo mi si è seduta accanto, incuriosita. La vedevo con la coda dell’occhio che osservava quello che stavo facendo, è la classica situazione che mi fa intimidire, ma questa volta sono riuscita ad andare oltre e a concludere il mio bozzetto. Quando mi sono alzata, la signora mi ha applaudito sommessamente con un grande sorriso, facendomi capire che le era piaciuto molto il mio disegno. A gesti l’ho ringraziata (non sapevamo in che lingua parlarci, turiste in mezzo ai turisti) e mi sono avviata verso la sala successiva, felice di quel disegno che anche io consideravo ben riuscito. Neanche venti passi e ho avuto un colpo di fulmine, uno di quelli che ti cambiano la vita.

Gelosa delle mie opere, tutte considerate figlie mie, ho sempre avuto grandissime difficoltà a separarmene (questo forse spiega in parte perché sono ancora una mezza sconosciuta a livello artistico); ma in quel momento ho realizzato che quel disegno per me sarebbe per sempre stato un bozzetto racchiuso in un quaderno, ma che per quella signora poteva essere qualcosa di più. Ho strappato piano la pagina, sono tornata indietro ma quell’angelo dagli occhi azzurri era sparito! Mi sono messa a cercarla, non poteva essere scappata via. Ho pregato dicendo tra me e me “Signore ti prego fammela ritrovare”, era una cosa troppo importante… Ed eccola che mi passa di fianco, apparsa di nuovo dal nulla. L’ho fermata, mi è venuto spontaneo esprimermi in inglese, che per fortuna capiva e le ho dato quel piccolo foglio. La sua espressione e la luce dei suoi occhi sono indescrivibili. Lei aveva riconosciuto qualcosa in quel disegno, era suo, parlava a lei e a lei doveva andare. Non so se sono riuscita a farglielo capire con quel vaghissimo inglese che riesco a pronunciare, ma penso che in qualche modo l’abbia capito lo stesso. Quel momento è stato Arte. Il mio disegno è stato solo un tramite, un messaggio, che lei ha colto e amato, ed è l’amore la vera Arte. L’ho capito solo in quel momento, in mezzo a centinaia di persone, grazie ad una signora di cui non saprò mai il nome, che inconsapevolmente me lo ha fatto capire e che non finirò mai di ringraziare.

A quel punto tutto si è trasformato. Certo già pensavo che il bello dell’arte fosse la sua capacità di parlare agli animi delle persone attraverso secoli e millenni e che avesse il potere di mettere in comunicazione i cuori, ma ora la cosa era più profonda. L’Arte è questa comunione tra le persone, non solo l’opera che la genera. Avrò scoperto l’acqua calda? Non lo so, non importa, per me è stato uno dei momenti più importanti nella mia vita da artista, dopo averlo vissuto, tutto è diverso e lo sarà per sempre. 

Giulia Calvanese per Radio Bla Bla Network News