Chi finora ha avuto problemi nell’affrontare il genere del racconto, si faccia avanti perché qui c’è la #medicina apposita.
Come ne “L’odio migliore”, anche in queste pagine è presente una scrittura diretta, schietta che non si risparmia in nessun passaggio. Attenzione, non si pensi che le vicende di questa silloge siano piatte o comunque senza emozioni. Lo stereotipo della storia breve vorrebbe una scrittura caratterizzata da sintesi narrativa e da uno stile #a_sottrazione che creino #non_detti, #non_situazioni e #non_luoghi mentali. Queste strutture alla fine lasciano un po’ #così, al punto da domandarsi se, nel corso della lettura, si sia perso qualche passaggio nodale, opportunamente nascosto dalla penna che lo ha pensato.
In Orti Manara non sussiste questa sospensione, questo vuoto che non crea stati d’animo e sensazioni. La voce dell’autore narra per filo e per segno quanto è necessario, senza perdere tempo in orpelli o in elementi che potrebbero sviare l’attenzione (non che questo sia un elemento caratterizzante degli #altri racconti). E’ un minimalismo che rifugge dagli #spiegoni eppure, allo stesso tempo, non omette niente agli occhi del pubblico.
La differenza con il #resto_del_mondo rimane in un ingrediente che fa da denominatore comune di tutte le trame della raccolta. Ogni personaggio infatti, condisce la propria vicenda con pizzichi di cinismo a volte tenui, a volte grandi come grattacieli.
Orti Manara è regista quando scrive ma è anche attore. Praticamente, quasi ogni pezzo che compare in “Cose da fare per farsi del male” presenta una prima persona narrante che parla mediante l’autore, che al momento presente della narrazione manifesta un’ampia disillusione nel campo della vita. Tutto questo scatena di conseguenza riflessioni e atteggiamenti che in determinati frangenti possono assumere risvolti anche caustici.
Da ultimo sussiste il fatto che le tipologie umane rappresentate, o i loro comportamenti, possono essere riscontrabili, per via diretta o indiretta, nella realtà personale di ogni essere umano. La verosimiglianza risiede anche in un proposito che è stato formulato magari in un impeto di sfiducia, ma che poi non è passato ad una vera e propria realizzazione.
Invece, in questo libro, Orti Manara non fa sconti di nessun tipo…
E non aggiungo altro.
Enrico Redaelli – RADIOBLABLANETWORK NEWS