Un piacevole e leggero spettacolo, una rivisitazione del famoso Quartetto Cetra con altrettante parodie simpatiche e argute.
Questo spettacolo mi è piaciuto ma soprattutto mi ha aperto a molte riflessioni.
Mi sono chiesta come mai il pubblico degli anni ’50 e ’60 abbia apprezzato il Quartetto soprattutto il pubblico dei giovanissimi, come lo ero io in quei decenni. Ho considerato che probabilmente in quegli anni uscivamo dalle macerie della seconda guerra mondiale e avevamo bisogno grandi e piccini di sognare un po’ , lo schermo incominciava ad entrare nelle case di chi poteva permetterselo, altrimenti si andava al bar o in canonica il sabato sera. Musiche che ci ricordavano la “America”, quella che aveva vinto e ci proponeva un mondo diverso, mondo di consumi e innovazioni. Era il periodo che ancora molte persone non sapevano leggere … quindi i brevi sketch cantati del Quartetto Cetra con i fatti salienti dei più famosi romanzi, davano la possibilità agli analfabeti di conoscerli. Non solo, ma sono stati i precursori dei “tormentoni” di oggi, tutti canticchiavano le loro canzoni e spesso a distanza di decenni ancora ritornano alla mente.
E allora il Quartetto Cetra ha aiutato il popolo italiano a istruirsi come ha fatto Alberto Manzi con “Non è mai troppo tardi” e a emanciparsi aprendo le porte dell’uguaglianza sociale.
Un grazie al live trio Favete Linguis che con maestria ha riproposto questo spaccato del dopo guerra e dei primi anni d’oro della seconda metà del ‘900 rapportandolo ai giorni d’oggi e strappando il sorriso e il battimano dei presenti, bravi!
Paola Marianelli – RadioBlaBlanetwork News