Un libro sulla scuola.
Ma l’aspetto più bello è che lo ha scritto qualcuno che in questa irrazionale galassia (=la scuola) ci lavora quotidianamente. Se conoscete qualcuno che, rispetto all’argomento, si esprime con luoghi comuni e stereotipi allora dovete proprio regalargli questo testo. E’ comunque utile a tutte le persona che in qualche modo hanno a che fare con aule e banchi.
Per Palomba sarebbe stato facile impostare il discorso ponendo gli insegnanti come vittime di una pregressa situazione. Al di là di questa facile autocommiserazione, il libro presenta i problemi con solida obiettività, qualunque sia il punto di vista adottato. I guai, le #magagne, le criticità non stanno da una parte sola perché si dispongono in maniera trasversale. Una parte di docenti, ragazzi, genitori e soprattutto #Vox_populi, contribuiscono ad alimentare il continuo proliferare di pregiudizi e/o #verdetti alquanto superficiali Ma mentre si è all’interno di una bufera, collocarsi nel mezzo potrebbe essere una mossa importante per venirne fuori al più presto e, se possibile, llesi.
Dalla sua prospettiva Palomba mette tutti #al_loro_posto, anche se stesso…
Consiglio di leggere con attenzione l’intera sezione #Porticine, dove lo scrittore ha modo di porre in evidenza le sue esperienze ed il suo vissuto non tanto per un’inutile esigenza di mettersi in mostra quanto per far presente il fatto che la sua professione si evolve sempre e che in un lavoro come questo sono moltissimi gli input di cui tenere conto.
Nella parte iniziale sono rimasto colpito da alcune pagine che riferivano di alcuni #rituali compiuti dallo stesso scrittore nei giorni che precedono l’inizio dell’anno scolastico. Nelle classi (vuote) dove andrà ad insegnare, egli si sottopone ad alcuni incontri surreali che potrebbero (condizionale d’obbligo) avere il significato di una #verifica del lavoro svolto a posteriori.
Tengo per ultimo il capitolo (che in realtà è il penultimo) nel quale è stata redatta da Palomba una lettera al Ministro dell’Istruzione e del Merito. I toni sono molto schietti, si va subito al punto senza scendere in una sterile invettiva. Si percepisce perfettamente che le due parti (ministero e docenti) non riescono a dialogare.
Leggetelo, questo libro. E’ pur vero che la categoria ha i suoi due mesi di vacanza (e non tre come affermano certe malelingue) ma scorrendo le pagine potrete rendervi conto degli innumerevoli rovesci della medaglia presenti in questo lavoro.
Enrico Redaelli – RADIOBLABLANETWORK NEWS