Capita a volte di sentir dire che il #cozy_crime sia considerato un parente povero del #giallo e dei suoi derivati. Qualcuno parla di trame troppo leggere; altri parlano invece di intrecci creati un po’ per caso, non di certo paragonabili a quanto scritto da penne riconosciute da tutti come autorevoli.
A mio parere occorre cambiare la prospettiva con la quale si leggono romanzi di questo tipo.
Non si può prescindere dal fatto che il cozy (come ad esempio nella serie ideata da Venditto) parta dal quotidiano di gente comune che, suo malgrado, si improvvisa detective arrangiandosi come può visto che il campo delle investigazioni non fa parte del proprio background.
Quindi, risulta interessante vedere il modo in cui nasce il #caso, il modo in cui vengono collegati i pezzi di questo strano puzzle e, non ultimo, il modo in cui affiorano intuizioni o deduzioni a seguito di specifici indizi.
La protagonista Malù coinvolge chi legge non solo per la sua personalità, ma anche per come sa farsi #intrigare dalle situazioni con cui viene a imbattersi. E’ #una_di_noi, come la sua coinquilina Ariel, anche perché incombe su entrambe un vissuto che in più di un’occasione le porta a sopravvivere affannosamente. Questo non significa voler appesantire di problematiche una storia, ma far capire che il punto di partenza è qualcosa di molto concreto.
Immagino già qualcuno che veda l’ambientazione a Napoli come un #vincere_facile, come una sorta di #Deus_ex_machina con il quale si esce elegantemente da ogni situazione narrativa.
Niente di più falso, di più stereotipato, di più scontato.
La Napoli di Venditto appare come una città di #Persone che, anche di fronte alle peggiori circostanze, ha quell’iniziativa utile a venire fuori dalle varie situazioni. Esiste quindi una certa coralità, anche se non era questo lo scopo principale dell’autrice.
E il #coté_quotidiano non manca anche nel rappresentare le vicende #minute di Malù, Ariel e degli #irregolari, cioè i loro coinquilini di via Atri. Si tratta di microcosmi che gravitano intorno a questioni anche di un certo rilievo come ad esempio i sentimenti.
E se gialli/thriller/noir/hard boiled/eccetera intrattengono anche questo “Sette vite” (così come il #cozy_crime) è ampiamente dotato di questa componente.
Contribuisce al piacere della lettura anche la presenza di un gatto che, negli equilibri della trama, non è da considerare alla stregua di un qualunque #soprammobile, bensì di una figura che ha saputo ricavarsi una considerevole nicchia all’interno del plot.
Enrico Redaelli – RADIOBLABLANETWORK NEWSz