Dopo il favorevole esordio avvenuto con “Il Mostro”, romanzo dedicato alle efferatezze del “mostro di Firenze”, ecco che Ceccherini ritorna in libreria con un romanzo che mette ancora al centro la cronaca.
Per capire bene la natura del testo, bisogna assolutamente iniziare dal fondo dove è lo stesso scrittore che, con una sua nota, fornisce la chiave di lettura. Si tratta -dice- di un’opera letteraria nella quale è inserito un uomo realmente esistito contornato da personaggi sia reali sia creati dall’immaginazione. La stessa immaginazione è stata utilizzata per rielaborare la materia reale di partenza.
L’uomo realmente esistito altri non è che Donato Bilancia, figura inquietante che sul finire del ventesimo secolo si è reso colpevole di ben diciassette spietati omicidi.
L’intento dello scrittore non è quindi quello di realizzare un saggio che voglia indagare in maniera sociologica sui motivi che hanno spinto Bilancia a commettere i suoi delitti. Ceccherini si è invece proprio mantenuto nel solco della narrativa creando una sorta di biografia che mettesse in luce la psicologia di Bilancia.
La divisione in tre parti serve poi all’autore per sottolineare la discesa progressiva negli inferi compiuta da questo eroe negativo. In questo modo, vengono sottolineate tutte le sfaccettature del carattere di Bilancia, evidenziando soprattutto l’evoluzione dei suoi rapporti interfamiliari prima, e della socialità extra mura casalinghe in un momento successivo. Come sfondo, è possibile osservare il fatto che Bilancia si faccia influenzare dalle sue interazioni umane per quello che riguarda le sue attitudini alla vita, ma anche come queste attitudini lo influenzino nel suo confrontarsi con il mondo esterno. Come detto, Ceccherini si mette a #raccontare grosso modo le parti salienti che potrebbero riguardare una persona come Bilancia. Tutto quello che viene rappresentato diventa una galleria di elementi importanti all’interno del contesto che si vuole descrivere.
Gli elementi appena citati rappresentano dunque quei prodromi che potrebbero anche fornire il punto di partenza che ha scatenato in Bilancia la spirale di questi assassinii che per lo più hanno visto le donne come vittime.
Parlando di Bilancia, Ceccherini non realizza un’opera ucronica o distopica, aggettivi quanto mai fuori luogo in questa sede. Senza fare lo #storico, si è voluto occupare, da un punto di vista affabulatorio, della nostra Storia più recente rimanendo di sicuro attinente ai fatti ma con l’aggiunta di altri ingredienti.
Enrico Redaelli – RADIOBLABLANETWORK NEWS