“In fondo, non tutto è stato creato per l’occhio umano” Sylvain Tesson

Ci sono cose nella realtà che trascendono il visibile: sentimenti, emozioni, pensieri, sensazioni… e per i credenti, anima, spirito, Dio e tutta la sfera legata alla spiritualità. C’è poi la realtà che ci circonda, visibile e udibile, conoscibile attraverso i nostri cinque sensi ormai quasi atrofizzati. Quanto di questa tangibile realtà abbiamo smesso di percepire, per scelta di una vita più moderna e “facile”?

Dal 20 ottobre esce nelle sale cinematografiche La Pantera delle Nevi (titolo originale La Panthère des Neiges), presentato da Wanted, girato da Marie Amiguet e Vincent Munier, tratto dal romanzo omonimo di Sylvain Tesson, edito da Sellerio. Un documentario pluripremiato che è molto di più di un semplice reportage, con le incredibili musiche di Warren Ellis e Nick Cave.

Solo chi ha avuto un gatto in casa, perfettamente nascosto e mimetizzato, può capire quella sensazione di presenza invisibile, costantemente attenta nel percepire i movimenti umani. Ci si sente osservati e studiati, eppure tutt’intorno, non c’è niente e nessuno. O perlomeno così l’occhio e il cervello si ingannano.

La pantera delle nevi o leopardo delle nevi è un essere che ormai è quasi leggendario, tra le specie più a rischio di estinzione, è soprattutto furtiva e regina dell’arte di esserci senza farsi percepire, qualcosa che va oltre alla mimetizzazione con l’ambiente circostante; sembra quasi inesistente, o che viva solo nei sogni più belli.

Ripropongo a me stessa e a voi una domanda che echeggia nel lungometraggio: “Ma se ti dicessi: domani vieni con me a cercare la pantera, tu ci verresti subito?”. Sì. Perché la ricerca dell’inafferrabile è l’essenza della vita stessa, il motore di tutte le nostre esperienze più vere ed umane.

Questo non è documentario faunistico, ma una ricerca. Una ricerca di sé stessi attraverso il tutto che ci circonda, sia esso ben visibile o appena percepibile. Il viaggio riportato dalle immagini sullo schermo non è unicamente un’avventura ai confini del mondo, ma un complesso intreccio di scoperte, silenzi, attese, e dubbi. Riusciremo a scorgere la pantera? Non è così scontato. È solo il suo avvistamento che può dare senso alla spedizione? O è piuttosto l’osservazione intensa del tutto, attraverso immagini sublimi e talmente forti da farci credere di aver sbagliato tutto fino ad ora? La ricerca è essa stessa il vero ritrovamento?

In questo mondo in cui gran parte di noi ha una vita ormai lontana dalla natura e lontana quindi dalla propria primordiale essenza, questo documentario è un inno al ritrovamento del proprio essere più profondo, antico e arcaico.

Come i più grandi capolavori, fa provare, conoscere, e riscoprire emozioni sopite: dalla meraviglia, alla commozione passando dal gioco; sarete capaci di trovare gli animali nascosti in molti scatti? non è così facile, e quando succederà, vi riscoprirete bambini, entusiasti e pieni di stupore.

E poi…

E poi, gli occhi di Munier sono quelli di chi ha visto tantissimo e che ancora cerca con l’intima fede di trovare, un giorno, l’inafferrabile. Le parole di Tesson sono il cantico dell’esperienza umana, con tutti gli entusiasmi e paure dell’umano sentire. La voce di Paolo Cognetti accompagna pacata e rispettosa.

Un vero inno alla vita.

Giulia Calvanese per Radio Bla Bla Network News 8 ottobre 2022