Per parlare di questo libro occorre iniziare dalla interessante scrittura, dallo stile particolare con cui vengono proposte a chi legge le singole situazioni. Le parole ti presentano una serie di circostanze, ma lo fanno utilizzando veli più o meno spessi. E tu che leggi, devi regolarti e capire fino a dove puoi comprendere e da dove invece sei costretto a brancolare nel più totale buio.

E la stessa scrittura, o tu che leggi, contribuisce a farti capire che il nido e il nucleo famigliare, visti nell’immaginario collettivo come solidi esempi di incontrastabili certezze, non sono più quel luogo dove è opportuno rifugiarsi nel momento in cui si frappongono le classiche #avversità_della_vita.

Quindi, se il romanzo inizia con un’impronta esistenziale ed intimista, di seguito acquisisce anche connotazioni vicine al giallo, capaci di inquietare non poco.

Ti insegnano tante cose prima che tu possa diventare grande.

Ti educano all’importanza di certi concetti come il rispetto. Ti parlano della considerazione che devi dare ai rapporti umani. Ti fanno capire come il mondo sia regolato da meccanismi incontrovertibilmente razionali.

Ma poi, tu che leggi, come ti regoli quando scopri che tutte le tue precedenti convinzioni, acquisite con pazienza e cura, sono da rimettere totalmente in discussione?

Passando a parlare dei personaggi, sembra di assistere ad una realtà coesa di fondo che li comprenda un po’ tutti. Andando invece ad osservare bene, le figure presenti nella vicenda non sono altro che monadi alla ricerca di un’affermazione di se stessi, se possibile anche a danno di chi gli sta vicino. Anche in questo si può vedere una specie di corto circuito voluto dall’autore. Vorresti fare il tifo per qualcuno di loro, vorresti empatizzare, magari lo fai anche… Ma poi cambi idea dopo qualche pagina e ti ritrovi un po’ al punto di partenza.

Spiegato in modo molto riassuntivo, questo è quello che offre il romanzo: un libro che si presenta sotto diverse vesti; un testo caratterizzato da ingredienti che all’apparenza potrebbero apparire lontani e diversi.

Nonostante questi aspetti contrastanti “Il senso delle stelle” si mostra in modo organico in quanto redatto con particolare attenzione mentre coniuga ciascun elemento, il che significa la presenza di un buon lavoro narrativo da parte dello scrittore.

Anzi, a te che leggi, potrei dire di cercare nella scrittura quel punto fermo che, per ragioni di struttura e di trama, il volume non offre.

Enrico Redaelli – RADIOBLABLANETWORK NEWS