Milano – Dopo la vittoria del 30esimo scudetto, l’Olimpia Milano ha organizzato il Media Day con la stampa. Sono intervenuti coach Ettore Messina, il GM Christos Stavropoulos, Kyle Hines, Shabazz Napier, Shavon Shields, Gigi Datome e capitan Melli.
A cominciare è proprio il coach dell’EA7 Olimpia Milano: «Mi porto dietro la sensazione in una struttura molto solida, dalla proprietà, ai dirigenti, a chi ci lavora. Non c’è mai stato un momento in cui abbiamo avvertito di essere scricchiolanti dentro. E poi c’è la soddisfazione di aver vinto uno scudetto molto difficile. C’è grande soddisfazione ed orgoglio, essere accostato a due miti non solo di questa società ma della nostra pallacanestro. Cesare Rubini è irraggiungibile per tutto quello che ha dato al nostro movimento. Abbiamo fatto un paio di cose su cui vi aggiornerà Stavropoulos dopo. Per il resto non sono sole cose che dipendono da noi, come nel caso di Napier, che deve decidere cosa fare, se tornare negli USA, se proseguire in Europa. L’ossatura c’è, per il resto al momento è difficile dire altro. Affrontiamo un’altra estate con la Nazionale, e quindi da settembre ripartiremo da zero. Sono felice di avere giocatori in azzurro, ma significa ripartire ad handicap. L’anno scorso abbiamo sottovalutato la cosa, quest’anno dovremo fare ancora più attenzione. Continueremo ad averne ancora sette come quest’anno. Ha subito in mattinata un intervento al gomito di pulizia. Per farci un’idea, non potrà essere disponibile per la Supercoppa (Su Billy Baron). Dire ad un giocatore di nome che non giocherà non è semplice. Devi anche motivarlo, per fare in modo che la decisione quanto meno sia accettata. Dopo la finale di due anni fa ho cercato di cambiare il meno possibile. Credo sia difficile per questi giocatori, dopo una stagione così dura, reggere una serie da sette partita è impossibile Il loro sostegno (quello del popolo biancorosso) è stato fondamentale. Nei momenti non belli abbiamo avuto il palazzetto pieno. Il lavoro con le società satelliti, anche quello, ci permette di avere un bel sostegno. Per la gran parte un pubblico calmo e amico Serie estremamente equilibrata, diversa da un anno fa. Avevamo delle difficoltà a livello di profondità di squadra e di atletismo, ma abbiamo saputo supplire con una carica agonistica notevole. Uno Scudetto forse più importante di quello dell’anno scorso (Sulle serie contro la Virtus Segafredo Bologna)».
E’ il turno poi del GM: «Abbiamo un nuovo accordo triennale con Shavon Shields e abbiamo firmato con Caruso. Non c’è niente. Mirotic è uno dei giocatori più importanti in Europa. Noi siamo sempre attenti a sondare, a informarci, ma da quel che so io Mirotic ancora ha un contratto con il Barcellona, ancora non hanno chiuso il suo contratto. Sino a che un giocatore non è libero non posso neanche pensarci. Sono una persona che parla poco, sono più concreto. Vorrei analizzare delle situazioni concrete, e non ipotetiche. Dobbiamo parlare, non volevamo farlo durare le finali (Sul futuro di Shabazz Napier)».
Il primo dei giocatori a parlare è il veterano Kyle Hines: «Era importante avere la fiducia di coach Messina ed avere la possibilità di giocare queste partite, quelle per cui lavoriamo tutto l’anno. Ad un certo punto, avevo visto che avevo -28 di plus/minus e mi chiedevo come fosse possibile. Così sono entrato in campo venerdì ancora più determinato, per aiutare la squadra e fare quello che serviva per vincere. Sono stato fortunato a non avere niente di così grave, che mi impedisse di giocare ed aiutare la squadra. Quello che poi sono riuscito a fare dopo. Un onore che Messina che parli così bene ed abbia grande fiducia in me, soprattutto in una squadra che significa tanto per la città, per la nazione e per tanta gente. Guardo a Messina non solo come un allenatore, ma come un mentore. Le sue parole mi fanno felice come giocatore e come persona. Abbiamo appena finito la stagione, devo ancora parlare con Messina e Stavropoulos. Vorrei giocare fino a 50 anni, ma sfortunatamente non credo sarà così. Soprattutto, devo parlare e discuterne con la mia famiglia, che è la cosa più importante. Lo faremo nei prossimi giorni e prenderemo la decisione. Ma questo è il posto dove voglio essere».
Tocca poi a Shabazz Napier: «Siamo uomini maturi, siamo competitivi e nessuno vuole perdere. Abbiamo combattuto ed alla fine c’è stato un grande rispetto l’uno per l’altro e quindi è stata una battaglia, ma me l’aspettavo perchè tutti vogliamo vincere. Credo che fosse una grande squadra. Sono arrivato nel momento giusto per aver un miglioramento, una scarica di energia maggiore, ma i grandi giocatori per arrivare fino in fondo c’erano già con me o senza di me. La Virtus Bologna è una grande squadra e sapevamo che sarebbe stata una serie lunga. Mi trovo bene qui, però devo parlarne con la famiglia. È una decisione importante e mi serve pensarci. Un titolo che significa molto per me, il primo da professionista».
Le parole di Shavon Shields: «Mi sono fatto male praticamente in pre stagione e poi subito dopo. Quindi è stato un lungo infortunio. Il piede non è mai stato bene e adesso è ancora in corso un processo di svolgimento, quindi non c’è stato un momento o la partita in cui ho detto sono tornato. Fa parte del processo di recupero. Significa molto perchè dal proprietario, allo staff tecnico e tutte le persone che lavorano qui hanno sempre creduto in me. Questo fatto mi rende orgoglioso ed è un onore indossare la canotta di questo club che significa tanto per la città e per tutta la gente di questa città. Ed è davvero molto importante che mi abbiamo mostrato tutta questa fiducia. Ci sono dei momenti positivi, ma anche dei momenti negativi però sapevo che sarei tornato. Sono stato parte di questo progetto per tre anni e probabilmente lo sarò anche per i prossimi tre, quindi sono parte di quest’organizzazione e per me significa molto».
L’analisi di Gigi Datome: «Il virus mi ha debilitato davvero tanto e ho faticato a riprendere ritmo, condizione e tono muscolare. Ma sapevo di poter aiutare la squadra, quando avrei ritrovato la forma, come ho sempre cercato di fare. È arrivato durante i playoff e sono contento di aver aiutato l’Olimpia a vincere lo scudetto. Ho fatto una giocata, ma tante cose mi facevano capire era la giornata giusta. Ma non c’è nulla con Marco, ci conosciamo da una vita e c’è un rapporto di stima. Ha fatto una serie pazzesca, tranne in gara 7, ma capita. So bene quanta fatica bisogna fare per essere a questi livelli a questa età, ha fatto una serie incredibile. Nessun confronto personale, ma sempre squadra contro squadra. Un gruppo molto serio, che ci teneva molto e dove tutti volevano aiutare la squadra. Strepitoso l’atteggiamento di chi è stato escluso. Sembro tranquillo, ma anche io ho un cuore e un’emozione, c’era attesa, tensione e voglia di finire bene un anno, soprattutto per il tantissimo lavoro fatto dai ragazzi in stagione. Lo scudetto è stato un premio a quel lavoro. Devo parlare con Pozzecco. Io sono il capitano e serenamente faremo la scelta migliore per la Nazionale. Ne parleremo con grande franchezza. Con calma deciderò, ora è il momento di festeggiare (Sul futuro a Milano)».
A chiudere ci pensa il capitano dell’Olimpia Milano: «Non è giusto provare del sollievo, bisogna essere soddisfatti di questo scudetto perchè vincere non è mai scontato soprattutto contro un avversario come la Virtus Bologna. E’ bello vincere, raggiungere la terza, la prima volta il back to back nell’era Armani e tutto questo è solo che positivo, quindi non bisogna pensare alle cose negative. Tutte le vittorie e tutti gli scudetti sono diversi. Non credo che ci sia uni scudetto più speciale dell’altro. Ogni anno ha significato. E’ uno scudetto speciale come lo sono tutti, ma in questo caso ci si mette la terza stella sulla maglia. Sono molto orgoglioso di poter essere il capitano di questa squadra. Sono contento di essere qui e di aver alzato da capitano il trofeo. La chiave è stata l’aggressività. Secondo me sono troppe le partite che giochiamo. Siamo l’unico campionato a sette, secondo me sarebbe meglio ridurre a cinque partite. Ho giocato più di novanta cinque gare in un anno. Questa stagione ci ha fatto capire che non bisogna mai dare nulla per scontato. Sicuramente bisogna prendere sempre degli spunti dagli anni passati per poi migliorare e cercheremo di fare meglio come sempre anche nella prossima stagione. La sentivo una responsabilità importante, ma quello che mi premeva di più era quello di tenere unito il gruppo nei momenti di difficoltà perchè era molto più semplice. Nonostante non siamo riusciti a fare un’ Eurolega come volevamo, credo che nella seconda parte abbiamo giocato molto bene in Eurolega e non è per nulla scontato perché non è facile quando sai che le possibilità di agguantare i playoff sono praticamente minime uno dice, ma chi te lo fa fare. Invece siamo stati lì e poi siamo riusciti ad conquistare il primo posto in LBA che poi alla fine è stato decisivo con il fattore campo».
Lorenzo Lubrano – RadioBlaBlaNetwork News
Foto: Twitter Olimpia Milano