La quarta di copertina si domanda se si tratti di un romanzo o di un memoriale. Al di là del fatto che le etichette sono sempre qualcosa di restrittivo che non restituisce nella sua completezza quello che si sta catalogando, io direi che si tratta soprattutto di uno #sfogo.

E’ uno sfogo perché nella sua essenza, risulta irrazionale nella sua organizzazione. Inoltre, quando uno di questi momenti prorompe all’improvviso, non c’è mica il margine per organizzare il discorso secondo un criterio specifico. Proprio perché non te lo aspetti, le parole ti escono come un fiume in piena. C’è di più l’urgenza di farle uscire (perché dentro scottano), rispetto al metterle in ordine.

E’ uno sfogo, perché nell’irruenza del momento non ti preoccupi mica di uniformare il tuo registro comunicativo. E quindi nel testo è possibile rintracciare termini di tipo colloquiale ma anche di livello anche molto alto.

L’idea più importante da cui scaturisce tutto il testo è l’aver vissuto in tempi ravvicinati sia l’esperienza della vita sia quella della morte. Ovviamente il tutto è avvenuto in forma indiretta: Sortino è diventato padre poco prima che la sorte lo privasse degli affetti della propria madre. Da ciò deriva una riflessione sulla ciclicità della vita (e non solo), ma non si tratta di una disquisizione fatta da un punto di vista contemplativo e filosofico. La sensazione che si coglie è quella di una #rabbia interiore perché questa ciclicità della vita viene considerata alla stregua di un meccanismo vincolante al quale bisogna sottostare passivamente. Tutta questa serie di idee (e non solo queste, ribadisco) sono talmente presenti nella sua testa da accompagnarlo costantemente nella sua quotidianità fino a farle diventare quasi un #cruccio.

Seguire lo scorrere di questi ragionamenti non è facile ma non è nemmeno impossibile. Solo ad un occhio superficiale l’insieme potrebbe somigliare ad un flusso moderno di coscienza, solo perché si tratta di una sequenza di frasi disposte diversamente da come uno se le aspetterebbe.

All’interno di tutto questo non c’è solo cieca rabbia. C’è una commistione di sentimenti contrastanti a volte anche opposti tra loro. Sono comunque, da soli o mescolati, sentimenti assolutamente condivisibili.

Ricordiamoci che, anche nel disordine, esiste un ordine e una razionalità.

Enrico Redaelli – RADIOBLABLANETWORK NEWS