Non si finisce mai di conoscere personaggi curiosi all’interno della letteratura contemporanea.

In qualità di protagonista del romanzo, Angelo Babacar Bossi è un perfetto esempio di quanto sto dicendo.

Nato in Senegal, ha da sempre vissuto nel bergamasco, grazie ad un’adozione internazionale.

E’ attraverso la sua voce narrante che Ferrari inserisce nell’impalcatura del suo libro alcune parentesi di comicità, ironia ma anche umorismo.

Comunque, le particolarità di “Cuore di birra” non risiedono solo in questo.

Se sullo sfondo, ma non solo lì, è ravvisabile un registro di stampo noir/giallo, completano la vicenda alcuni elementi etnografici che impreziosiscono non poco il prodotto finale.

Ho usato apposta il termine #etnografico perché la vicenda è agìta proprio in Senegal, nei luoghi che hanno dato i natali ad Angelo. In tale frangente l’occhio del narratore si sofferma molto a parlare della quotidianità della gente del posto sottolineandone le abitudini.

Per cui, ad essere attenti, non c’è solo un filone narrativo principale, dove è possibile vedere Angelo in azione come investigatore (efficace, è vero, anche se simpaticamente sui generis). Esistono pure trame parallele che mettono in evidenza aspetti legati allo sfruttamento del mondo africano da parte degli occidentali, con conseguente denuncia in merito a tutta la corruzione che gestisce in buona parte il sistema di quel Paese.

Non è la prima volta che Angelo si affaccia al pubblico (questo è il terzo episodio), però questa volta è possibile notare come affiori in lui un senso di sradicamento. Per quanto integrato nella cultura orobica, se non addirittura intriso di essa, Angelo è tenuto lo stesso ai margini di essa a causa di un ambiente che non lo accetta completamente; allo stesso tempo, trovandosi in Senegal per contingenze legate al plot e al titolo del volume, si accorge anche in questo caso di essere come un estraneo, non riconoscendosi più nelle sue origini.

“Cuore di birra”, dunque, è un testo versatile per la sua ricchezza di spunti come anche per la simpatia del personaggio principale che non si risparmia di infarcire la sua parlata con vocaboli tipicamente dialettali.

Di compagnia.

Enrico Redaelli – RADIOBLABLANETWORK NEWS