Durante la presentazione del libro, osservavo la foto di copertina colpito dal fatto che rappresentava benissimo l’adolescente creato dalla penna di Benvenuto. Sembrava che si parlasse proprio di lui. Ma si tratta di dettagli esteriori.

Mi piace trovare echi tra i libri e qui mi ha sorpreso un parallelismo realizzato con molta attenzione da parte della scrittrice. Il protagonista del romanzo si chiama Zeno, come il più #famoso Zeno Cosini della #Coscienza. 

A mio parere, il nome non è stato dato a caso.

L’impianto narrativo di Benvenuto, infatti, richiama un po’ il pretesto che dà vita alla struttura del romanzo di Svevo. Se lì, il dottore invitava Zeno Cosini a scrivere di se stesso per elaborare un’auto-analisi ed arrivare ad una catarsi, qui Zeno Iaccarino, quindicenne rinchiuso nel carcere minorile di Nisida, viene invitato dalla sua professoressa di italiano a scrivere i suoi pensieri raccogliendoli in una sorta di diario, come #compito propedeutico a fargli ottenere un breve permesso di uscita.

Oltre a comparire nel titolo, il termine #assaje sembra una colonna sonora, un filo rosso che scorre lungo la trama del libro. Lungo questi famosi pensieri nei quali è suddiviso il volume, è possibile riscontrare quanto la vita abbia fatto del male a un ragazzo di quindici anni rendendolo adulto prima del tempo. E’ chiaro, quindi, che lui si senta in credito: questo #assaje non solo significa per lui rappresentare e descrivere qualcosa nella sua forma massima, ma anche che lui rivuole indietro con gli interessi tutto quello che la Vita gli ha rubato.

Sfogliando le pagine, di Zeno esce il ritratto di un giovane a due facce.

Da un lato la scaltrezza, il doversi fare furbo per una questione di sopravvivenza, il capire i meccanismi della quotidianità per non venirne schiacciati.

Dall’altro, una voglia di vita che non sembra minimamente sfamabile e che si presenta attraverso maniere e riflessioni ingenue.

Attenti all’ambivalenza della parola #ingenuo. Può indicare la persona che, per inesperienza, è priva di malizia e che in qualche modo si può ingannare. Può anche indicare una purezza d’animo, un candore con il quale si può vedere la possibilità di un riscatto in questo mondo, al netto di tutti quegli esseri viventi che lo inquinano.

A una lettura superficiale potrebbe apparire una storia scontata.

Invece non è scontata per niente.

Enrico Redaelli – RADIOBLABLANETWORK NEWS