Immaginate il genere del #racconto come un territorio abbastanza ampio. Immaginate che questo appezzamento venga disseminato di mine e fuochi d’artificio in quantità. Non c’è nessuno scopo terroristico, nessuna volontà di dolo. Immaginate che tutto venga progettato per voglia di rinnovare.

Immaginate quindi, ma voi sarete a debita distanza, lo scoppio in contemporanea di tutti gli ordigni che sono stati precedentemente collocati in quello spazio.

Immaginate l’effetto cromatico frammisto ai rumori della deflagrazione, perché ovviamente le esplosioni non arrivano tutte nello stesso momento. Immaginate, poi, di osservare a cose fatte quel luogo in ogni suo angolo e di descrivere la sequenza dei rumori mescolandola a quello che state vedendo…

Ho volutamente esasperato il discorso.

Ma anche la realizzazione finale di De Marco risulta piacevolmente estrema.

Se Pirandello rappresenta la #tradizione, se Pirandello (autore di libro analogo) non è riuscito a onorare la sfida, ecco che non solo De Marco vince ma batte pure la consuetudine letteraria realizzando novelle e racconti originali nel contenuto e nella struttura. Rispetto ai tempi del famoso scrittore siciliano, esistono nuovi linguaggi e nuovi registri nei quali l’autore campano si cimenta con opportuna spavalderia arrivando a confezionare perle, piccole medie o grandi, che in qualche modo aprono nuove frontiere per quanto riguarda la narrazione breve.

Ultimata la lettura si ha la sensazione di avere perlustrato un piccolo universo nel quale interagiscono vari personaggi che si alternano (e a volte si ripresentano) di fronte all’obiettivo di chi sta osservando. A leggerla così sembra che io stia parlando di un romanzo di racconti, ma una disamina del genere è del tutto fuori strada rispetto a quella che è la realtà di questo specifico volume.

E’ uno spaccato di piccoli fatti che possono riguardare anche il più bieco quotidiano che, in tal senso, assurge alla dignità letteraria e alla dignità di essere narrato. 

Non si empatizza con un determinato personaggio o una determinata figura, anche se qualcuna si ripresenta a distanza di pagine. Si empatizza semmai con le situazioni che vengono riprodotte come a dire che non solo i romanzi sono in grado di cogliere la coralità di un contesto.

In questo sono abili anche i racconti…

Enrico Redaelli – RADIOBLABLANETWORK NEWS