Partiamo diretti, il libro mi è piaciuto molto perché è un piccolo baule di tesori preziosi mescolati tra loro con grande capacità (#bravo_autore!).
Colpisce la psicologia dei personaggi, ma anche una certa psicanalisi sommersa che appare qua e là con tratti molto ben definiti e per nulla didascalici. Colpisce Milano e, anzi, suggerisco a chi lo avrà terminato, di riprenderlo in mano ed usarlo come guida turistica. Lo dico ai milanesi, perché Ferrari è stato abile a racchiudere nella sua narrazione moltissimo della città mostrandola con verosimiglianza (e rendendola per questo bella). Lo dico anche a chi abita fuori, perché in questa #guida lo scrittore ha inserito davvero gli elementi (e non le #cartoline) che aiutano di più a comprendere il linguaggio della metropoli lombarda. A proposito di questo, è bello vedere come nel protagonista Brandelli sia vivo in ogni pagina il rapporto di odio/amore nei confronti della propria città e come ogni occasione sia buona per lui, uno sfaccettato non-eroe alle prese con un’investigazione, per portare avanti questo dialogo-non-dialogo con il microcosmo urbano.
E a proposito di #dialoghi è anche coinvolgente il rapporto che si instaura tra voce narrante e lo stesso Brandelli, perché nei vari momenti in cui si porta avanti l’azione, la prima scambia battute (in maniera univoca) con il secondo. Ne diviene una voce della coscienza se non addirittura una sorta di angelo custode, che in alcuni frangenti rimprovera, mentre in altri abbozza e in qualche modo giustifica l’operato del suo protetto. A proposito di scelte stilistiche, è importante ravvisare anche la presenza di brevissimi capitoli che possono rappresentare una forma di #straniamento_sui_generis, vale a dire uno stoppare l’azione e assumere una visuale esterna (esterna anche alla voce narrante) a quanto si è appena raccontato.
Un altro aspetto particolarmente rilevante è il fatto che si faccia riferimento al periodo del covid (ribattezzato #peste) ma se in testi precedenti avevo riscontrato poca verosimiglianza e spontaneità ma molta retorica, questo romanzo fa parte di quei pochi lavori (ne ho parlato anche recentemente, ndr) che trattano l’argomento seguendo le giuste prospettive.
Accidenti! Non ho ancora parlato dell’indagine che fa da sfondo a tutto quanto il volume. L’enigma è assolutamente intricato e il Caso sembra intromettersi ostacolando a più riprese la risoluzione del mistero. Il ritmo è incalzante e non ci sono mai #cadute anche perché con un pizzico di #old_style, lo scrittore dà al suo personaggio e al suo pubblico gli stessi mezzi e le stesse possibilità di risolvere questa sciarada. Non mancano sorprese, non manca umanità…
Una pagina di #rece non basta a descrivere tutto il volume. Qui ci sono alcuni cenni (e nemmeno tutti). Lascio a voi gli altri.
Enrico Redaelli – RADIOBLABLANETWORK NEWS