Il #Malessere…

Quella #cosa_negativa che senti dentro, presenza imprescindibile, nata piano piano dalla somma di piccoli casi fortuiti. Non le sai dare un’origine precisa. Sai che c’è, e basta. Quella situazione esistenziale che credi di poter dominare. Ma non è così.

E’ tale la forza di questo malessere, da farti rallentare i tempi di reazione, da farti pesare anche il più semplice gesto. A mio parere, i primi capitoli rendono bene questi ritmi di vita dove, invece di agire in prima persona, si attendono gli eventi con estrema passività.

Protagonista di questo #Malessere è Antoine, giovane broker in quel di Milano. Il presente della narrazione è collocato nel 2008, non a caso quando qualcuno iniziava ad accorgersi che il mondo degli investimenti per buona parte non era altro che una bolla di sapone.

In una sorta di simmetria, ad Antoine si contrappone la figura dello zio Ernesto detto Hervé, attivista di Prima Linea negli anni di piombo. La presenza di quest’ultimo nelle pagine del libro non è tanto #fisica, quanto un’evocazione fatta dallo stesso Antoine. Attraverso una sequenza logica di #flash_back, affiora quindi una mitizzazione di questo zio, mescolata ad una serie di interrogativi, lasciati da lui in sospeso, che contribuiscono a renderlo ancora più misterioso ed impalpabile.

Ecco però che tra presente e passato, si innestano altre rievocazioni sparse di ricordi che, se da un lato sparigliano le carte in tavola, dall’altro forniscono maggiori indizi per capire la psicologia di Antoine. Ci si orienta, ma alcuni dettagli rimangono in ombra e devono essere aggiunti opportunamente dalla sensibilità di chi legge.

Ecco quindi che la #lentezza dei primi capitoli viene sostituita da una smania crescente di raccontare come sono andati gli eventi e di come stanno effettivamente le famose #cose.

Si parla anche di #libertà in questo romanzo. Potrebbe essere intesa come #partecipazione, potrebbe essere vista sotto molte prospettive, potrebbe essere qualcosa di filtrato. Al di là di queste ipotesi è qualcosa che implica forti e drastiche scelte, prima di tutto.

Se arrivati a meno di un terzo della trama si può pensare che si tratti di una vicenda piacevolmente prevedibile, sarà la stessa vicenda a smentirvi. Quando in una storia si parla di cercare un posto nel mondo ci si riferisce all’aspirazione di un ruolo da ricoprire in questa squinternata società. Nel volume di Andrei, invece, il concetto riguarda maggiormente il trovare un luogo (fisico o mentale) con il quale instaurare una sinergia, una simbiosi.

Enrico Redaelli – RADIOBLABLANETWORK NEWS