Si tratta di un libro ricco di spunti. Probabilmente non ci staranno tutti in questo articolo ma, come si sa, i libri sono quanto di più soggettivo e quindi…
Vorrei partire dal personaggio principale, una voce femminile che viene seguita dall’infanzia fino alla vita adulta. Sottolineo subito la bravura dell’autore e la ricchezza di sfaccettature che ha saputo inserire nella figura della protagonista che da bambina vede le cose con quella genuina ingenuità che può riportare alla mente la poetica del ‘fanciullino’ di Pascoli. In questa parte si fondono fino ad amalgamarsi componenti reali come anche elementi irrazionali e di invenzione. Nelle età successive, la maturità che si acquisisce finisce per disilludere questa ragazza/donna anche se gli ingredienti magici della prima parte sussistono molto stemperati per tutta la lunghezza della trama.
La tematica di fondo aiuta a costruire scenari di varia natura. In alcuni casi domina la nostalgia del ricordo, in altre situazioni la consapevolezza della dura realtà, senza tralasciare il dolore.
Perché si parla della perdita della presenza paterna.
Questo padre è assente fin dall’inizio ma sono i fatti, le parole, gli oggetti e le situazioni che a poco a poco lo costruiscono e finiscono per farlo percepire a chi legge come una materia concretamente esistente nel contesto globale che si sta raccontando. Questa costruzione porta a far diventare questo genitore come un simbolo immanente ai fatti, alle parole, agli oggetti, e alle situazioni di cui sopra. Può essere questa la chiave per elaborare il lutto?
Oltre alla vita ambigua e bivalente degli anfibi, cui si fa cenno nel risvolto di copertina, vorrei porre l’attenzione (se le mie conoscenze sono corrette, ma temo di no) sul fatto che gli anfibi abbiano anche una certa capacità di adattamento all’ambiente che li circonda. Quindi, a fronte delle avversità, questi anfibi sono capaci di fare quadrato sia da soli sia in gruppo, ricreando a se stessi un nuovo standard di vita con l’aggiunta di qualche compromesso.
E alla fine di tutto, retaggio di tutte le fantasie infantili, rimane il dio del lago a dominare su tutto e tutti, persino sul Tempo che in questo libro sembra essere un dettaglio trascurabile: le persone crescono, invecchiano, eppure tutto sembra scorrere in un continuo oggi. Alla stregua di un ‘genius loci’, questo dio e il suo lago, entità tangibili di quei luoghi in cui quasi tutto si svolge, governano e custodiscono gelosamente tutti i segreti e tutti i misteri di cui vengono a conoscenza.
Enrico Redaelli – RADIOBLABLANETWORK NEWS