Il 17 febbraio, si è svolta la conferenza stampa della nuova produzione de L’Avaro di Molière, in scena al Teatro Manzoni di Milano dal 18 febbraio al 2 marzo 2025. Diretto da Luigi Saravo, lo spettacolo propone una rilettura innovativa e contemporanea, che fonde la fedeltà al testo originale con elementi attuali. Con un cast di nove attori impegnati in dodici ruoli, l’allestimento mantiene il linguaggio alto di Molière, ma con un ritmo dinamico pensato per coinvolgere anche il pubblico giovane.

La scelta di portare in scena un classico come L’Avaro nasce dal desiderio di riflettere su temi che, pur evolvendosi nel tempo, continuano a influenzare la nostra società moderna. Il fulcro dell’opera è il denaro, e in particolare il conflitto tra due visioni economiche contrastanti: una orientata al consumo e l’altra alla conservazione. In un contesto sociale in cui la circolazione del denaro e la crescita economica incessante sono imperativi, l’atteggiamento di Arpagone, interpretato da Ugo Dighero – deciso a non intaccare il proprio patrimonio – assume una valenza quasi rivoluzionaria, opponendosi alla logica consumistica dominante. Attorno a lui ruotano altri personaggi che, pur sembrando vittime della sua tirannia, sono in realtà prigionieri non solo della sua volontà, ma anche di un sistema economico che li lega a lui tramite eredità o stipendi.

Questi ruoli richiedono attori con una solida preparazione interpretativa, capaci di affrontare anche gli aspetti drammatici per conferire autenticità ai personaggi. Come sottolineato dal regista, l’attore non deve limitarsi a interpretare le caratteristiche del proprio personaggio, ma deve prestare particolare attenzione a un aspetto spesso trascurato: la relazione con il pubblico. È questa interazione che rende l’esperienza teatrale unica, permettendo alla performance di rispondere in modo dinamico e vivo alle reazioni degli spettatori.

Dalla conferenza stampa emerge un progetto teatrale ambizioso, che promette di restituire L’Avaro in una chiave nuova, capace di stimolare riflessioni senza tradire l’ironia originale di Molière. Lo spettacolo punta a sorprendere il pubblico, proponendo un mix di tradizione e contemporaneità: “Vogliamo offrire agli spettatori qualcosa che riconoscano, ma in un modo totalmente inaspettato.” Se le premesse verranno rispettate, ci si attende uno spettacolo intrigante e attuale, che dimostra ancora una volta quanto i classici possano parlare al presente.

Roberta Ferrara – BLABLANETWORK NEWS