Il titolo della raccolta mi ha portato, ancor prima di leggerla, ad effettuare alcune riflessioni.

Da un punto di vista astratto, ‘Tender’ indica la tenerezza di un sentimento, di una sensazione o magari di una persona, relativamente al suo carattere o al suo modo di porsi di fronte a determinate circostanze.

#Tender è anche quella piccola barca (di solito, ma non sempre, a motore) in dotazione a battelli, traghetti o navi. Grazie alle sue piccole dimensioni rispetto all’imbarcazione-madre, il tender può essere utilizzato per trasporti estemporanei, commissioni veloci, eccetera.

Della prima accezione c’è sicuramente traccia, anche perché uno dei testi contenuti nel volume si chiama proprio così ed analizza l’uso proprio o improprio che si fa di quel vocabolo nel nostro quotidiano. Non credo che Riccardo avesse in mente il secondo significato nel momento in cui si è messo a comporre questi racconti. In qualche modo, però, l’immagine ha un suo perché.

Le storie che compongono “Tender” sono come motoscafi che si muovono al largo indisturbati e si divertono a piroettare e ad alternare la velocità con cui tagliano le onde di un oceano. Oppure, se il mare è calmo, potrebbe trattarsi di altre barche a motore che si dilettano a tracciare con le loro scie immagini astratte sulla superficie dell’acqua.

Tu che leggi, vorresti avere l’abilità e la scioltezza di chi guida questi motoscafi o queste barche a motore…

Le scie nell’acqua hanno una durata effimera. Poi tutto torna come prima. Le scie disegnate da Riccardo sono tutt’altro che effimere. In milanese, esiste il termine #sbrego, che corrisponderebbe all’italiano #squarcio, #lacerazione. A leggere le trame elaborate dallo scrittore, sarebbe più giusto dire #strappo per definire l’effetto che fa “Tender” nel suo insieme. C’è un’analisi che riguarda varie sfaccettature del contesto contemporaneo e questa disamina dovrebbe in qualche modo mettere in guardia sulla piega che ha preso (o che prenderà a breve) il nostro vivere di oggi. In tutte queste narrazioni è possibile immedesimarsi a volte, oppure osservare con curiosità, altrimenti è possibile anche rimanere stupiti di fronte a certi #casi_umani che vengono rappresentati. Nel dare vita a queste circostanze di tutti i giorni, vuoi vicine all’immaginario comune vuoi portate all’estremo, la scrittura di Riccardo da una si fa tante, si sfrangia in tanti fili. Perché nello stesso racconto questa scrittura sembra mettere in evidenza più di un #focus narrativo. Per la ricchezza dei contenuti presenti nei singoli racconti, potrei azzardare (ma per Riccardo so già che è un’eresia) che si tratti di piccoli romanzi allo stato embrionale anche se sono completi e formati nel loro essere.

Come i CD di una volta, completano il volume alcune #bonus_track.

Enrico Redaelli – RADIOBLABLANETWORK NEWS