Da milanese, sono entrato dentro subito questo distopico che tocca vie e quartieri del mio vissuto attuale e di quello meno recente. Detta così, sembra che il romanzo di Turazzi sia per pochi iniziati e che non tutti possano esperire con facilità l’approccio alla sua trama.
No, Turazzi è bravo anche in questo perché non dà per scontata la conoscenza di Milano, soprattutto perché la storia ha un’altra serie di intenti.
L’aspetto principale che colpisce è la ricchezza di contenuti e di registri che non corrono parallelamente lungo il romanzo. Quindi, all’interno di un impianto narrativo complessivo, ecco l’innestarsi di altri filoni narrativi comprimari o secondari, appartenenti a generi diversi, che si mescolano tra loro creando una speciale amalgama che rende molto verosimile tutto quanto l’insieme.
Se si parla di atmosfera ‘gialla’, l’autore crea quella suspense interrompendo un capitolo sul momento clou di un evento. A volte è il capitolo successivo che riprende il filo del discorso, a volte bisogna aspettare qualche pagina prima di conoscere l’evolversi di un singolo fatto.
Se si parla di ambiente, Turazzi sembra aver individuato un tallone d’Achille dell’attuale situazione storica presagendo quello che potrebbe capitare al nostro pianeta nell’immediato futuro.
Se invece ci si sposta in un contesto socio-politico, ecco che viene fuori l’esasperazione delle masse che si devono rapportare con i ceti più ricchi. E la vicenda del giovane Gulliver Sacco a mio parere richiama in qualche modo alla memoria la figura di Carlo Giuliani.
In questo prossimo futuro non mancano i giochi di potere, non manca l’influenza della tecnologia che diventa ancora più invasiva di quanto non lo sia adesso. Non mancano nemmeno gli #andirivieni cronologici che nella costruzione contribuiscono a rendere più corposo il sapore dell’opera.
Parlare di tutti i personaggi diverrebbe molto lungo. Alcuni di loro sono costruiti sulla base di una determinata caratteristica che poi, sfaccettandosi, permette ad essi di risultare molto credibili. Tra gli uomini, di sicuro c’è il protagonista Alberto De Santa che, pur partendo da elementi già noti, arriva a svelare alcuni lati reconditi della sua personalità ritagliandosi una speciale nicchia nella cerchia di quanti in precedenza hanno ricoperto il suo ruolo all’interno di polizieschi.
Anche tra le donne c’è un’ampia varietà di ritratti molto ben delineati nella loro specificità e tra queste vorrei richiamare l’attenzione su Anna da un lato e su Sofia dall’altro facendo scoprire a chi legge il perché io abbia messo in correlazione proprio loro due.
Turazzi è una nuova voce che si affaccia sul panorama della letteratura contemporanea che, secondo me, con la pubblicazione di “Prima della rivolta” non ha esaurito la sua forza né la quantità di cose da dire.
Non vedo l’ora di leggere qualcos’altro di suo a breve termine.
Enrico Redaelli – RADIOBLABLANETWORK NEWS