Dopo la vittoria dello scudetto ecco le parole di Messina, Melli, Hines, Shields, Mirotic, Stavropoulos e Tonut.

Ettore Messina: “Abbiamo vinto tre scudetti di fila, siamo contenti. Dopo due anni consecutivi che abbiamo fatto i playoff e soprattutto abbiamo fatto, credo, quarto e terzo posto in stagione regolare di Eurolega, ci sono mancati due anni di playoff, che è un obiettivo che vorremmo sempre mantenere vivo. Ci sono state ragioni che possono essere alcune condivisibili, alcune meno condivisibili. Ovviamente ci sono state prestazioni che dovevano essere migliori di allenatori, di giocatori, di tutti. Però potrebbe andare peggio. Mi immagino dall’altra parte della barricata, a competere in delle finali e perderle. Magari saremmo ancora più delusi. Delusi non siamo, siamo contenti, abbiamo vinto tre scudetti. Sembra che qua vincere gli scudetti fosse la norma. Noi abbiamo fatto quattro finali scudetto con una grande squadra, non con qualcuno che è arrivato casualmente lì. Erano forti, profondi, ben allenati, frutto di grandi investimenti. Il primo anno ci hanno dato una ripassata, che ce la ricordiamo ancora, a rovinare magari il finale di una stagione che era stata bellissima fino a quel momento. Quindi vincere tra scudetti, di cui due col fattore campo a sfavore, è un evento abbastanza importante di cui credo che come ambiente dovremmo essere tutti orgogliosi. Se tu parli con i giocatori e parlavo anche adesso con Kyle. Lui, ad esempio, è uno che dà grande significato al fatto di aver trovato continuità nel lavoro. Poi è ovvio che ci si parla, è ovvio che fai una brutta figura con Trento grave e allora ti rendi conto che stai rappresentando la tua proprietà in un modo che non è quello corretto, perché c’è una questione di determinazione e combattività che ci deve essere sempre. Poi c’è che si parlano più di loro, fra di loro e quindi le cose in questo modo sono cambiate. Oltre al demerito magari in precedenza, c’è un grande merito da parte di questo gruppo di giocatori in aver fatto questo grande passo avanti e i nostri giocatori importanti hanno fatto tutti un passo avanti importante nell’assunzione di determinate responsabilità difensive, offensive eccetera eccetera. Possiamo discutere fino a domani mattina perché non è accaduto prima. L’importante è che sia accaduto e che ci resti dentro la testa per il futuro. Adesso proviamo l’anno prossimo a vincere un altro scudetto e a fare una buona stagione di Eurolega. Per noi vuol dire che dobbiamo avere la continuità e direi la solidità, la coesione, la determinazione che abbiamo avuto nei playoff italiani degli ultimi tre anni, la dobbiamo avere durante il mese di novembre, durante il mese di dicembre. Non è facile perché devi farlo per dieci mesi, devi accettare di fare tanti sacrifici, perché poi alla fine sono due anni di fila, che pur con tutto quello che è successo, ci sono mancate delle vittorie con le squadre di livello medio. Questa è la cosa che ovviamente ha fatto dispiacere al pubblico, ma ha fatto dispiacere molto anche a noi, perché dati alla mano quelle sono quelle due, tre, quattro vittorie che ti spostano da dodicesimo a settimo per esempio o addirittura in certi casi anche un po’ in alto. È in quei mesi che non devi perdere terreno. Proveremo a farlo e faremo in modo di cercare di farlo, fermo restando che noi non possiamo fare la corsa su Panathinaikos, Barcellona, Real Madrid, le due turche. Noi abbiamo un budget ovviamente eccellente, frutto della disponibilità del signor Armani, però poi abbiamo dei paletti anche noi e ci muoviamo in quell’anno, che però è più che sufficiente per competere per i playoff. Poi se vai ai playoff quasi tutti gli anni, ci scappa la fame da fuori. Questo è il calcolo matematico. Il salto di qualità va fatto non solo con gli acquisti, ma soprattutto con la mentalità. C’è un tema di talento, ma c’è un tema soprattutto di volontà, disponibilità e durezza mentale che dobbiamo migliorare, dobbiamo mettere come base e non possiamo averla a sprazzi, appunto in quei mesi di cui parlavo prima. Ci sono situazioni che sono aperte con giocatori importanti, che sanno perfettamente la volontà mia, della proprietà e del club di tenerli, che restino con noi. Adesso poi continueremo a parlare, come abbiamo fatto in tutti questi ultimi mesi. C’è anche un mercato strettissimo dove, secondo me un club come il nostro deve provare ad avere come abbiamo avuto magari la fortuna e l’abilità di trovare Shields, Punter e Hall quando non dico che erano sconosciuti, ma sicuramente non erano giocatori affermati di Eurolega. Poi ci sono altri che magari abbiamo provato a prendere e non hanno sortito lo stesso tipo di risultato, ma il 100%, quando appunto devi prendere anche dei rischi, è difficile. Anche se l’anno scorso dovevamo chiudere delle situazioni prima.”

“Da parte nostra non è una situazione in discussione. Se poi un giorno gli viene il ghiribizzo che vuole andare a giocare con i Clippers, ce lo verrà a dire. Se dobbiamo cominciare a mettere in discussione quelli che abbiamo sotto contratto, e di cui siamo contenti, diventa un po’ complessa la situazione. Se si dovesse presentare, lo faremmo.” Su Shields

“Speriamo che resti con noi, vorremmo a tutti i costi che restasse con noi. Più che così non riesco a risponderti. L’anno scorso ha dovuto coprire un sacco di buchi. Ha dovuto fare uno, due, tre, due e mezzo. Si è sacrificato molto. Quest’anno è riuscito a tornare nel suo ruolo naturale di due, tre. Un giocatore che può maneggiare la palla, però può anche fare un tiro, una penetrazione, difende molto, molto bene. Ha avuto, credo, anche un salto importante a livello di leadership dentro la squadra.”Su Devon Hall

“È stato molto importante, anche perché l’anno scorso la sua finale, tranne l’ultima partita, fu una serie molto complessa. Quest’anno in generale tutti i playoff, comunque la parte finale della stagione, ha tirato molto bene e ha avuto un saldo tra assist e palle perse molto positivo. Anche ieri aveva fatto un bellissimo primo tempo, poi secondo tempo è entrato un po’ svanito, ha perso varie palle di troppo. Però credo che abbia fatto molto bene il suo lavoro in una squadra non facile da guidare”. La volontà è quello di tenerlo? “Di parlare con lui sicuramente, poi vediamo anche lui che aspettative ha.” Su Napier

“Qui è Milano che fa per la Nazionale. Sgombriamo subito il campo da questo. Qui è quello che fanno i club per 11 mesi che fa il bene della Nazionale. Non è il contrario. È sempre stato così e ho allenato la Nazionale per degli anni. Quindi con tutto il rispetto e l’amore per Gianmarco e per il presidente Petrucci, diciamocelo serenamente. Qui sono i club, gli allenatori, che fanno in modo che questi giocatori migliorino, prendano fiducia, giochino bene, eccetera, eccetera. Non è il contrario. Non è un mese di attività che poi fa sì che si rifletta su quello… Ecco, questo momento ha fatto molto bene. perché ha fatto un grande salto di qualità qui e adesso sono sicuro che si rifletterà anche nella prestazione con la Nazionale. E lo dice non l’allenatore dell’Olimpia, ma lo dice uno che ha allenato la Nazionale per tanti anni.”

“Siamo contenti di una cosa che, anno dopo anno, abbiamo tanti ragazzi nelle varie nazionali giovanili Questa è una cosa molto molto bella e, fra questi, magari ce ne saranno due o tre che potranno diventare giocatori per la prima squadra. Speriamo. Intanto sono tutti di 17-18 anni, quindi sono giovani“. Sulle giovanili

Nicolò Melli: “Sempre meglio vincere che perdere, questa è la banalità del giorno. Non era scontato, assolutamente, sia per la stagione che avevamo fatto, che poteva, come dire, portarci un po’ fuori strada, ma soprattutto per l’avversario che avevamo di fronte in queste serie finali. Sono state partite tutte molto equilibrate. Bravi noi a ribaltare subito il fattore campo e poi a tenerlo. C’è grande soddisfazione. Stasera ci ritroveremo in condizioni un po’ migliori rispetto a ieri sera, e condivideremo il tutto meglio. Non è così secondo me. Noi viviamo lo spogliatoio da dentro, non ho mai avuto la sensazione che questo non fosse un gruppo unito. Chi vive con me lo sa perchè ho sempre ribadito questo concetto: c’era un grande valore umano all’interno dello spogliatoio. Mi dispiaceva che non venisse tradotto in risultati. Però il gruppo è sempre stato unito, è sempre stato insieme, abbiamo sempre tutti lavorato e alla fine se abbiamo vinto lo scudetto è anche merito di ciò. Dopo la partita con Trento, sapevamo tutti di avere pestato una ‘cacchina’… Il giorno dopo eravamo in palestra, tutto era nelle nostre mani, potevamo tranquillamente vincere tre partite di fila. Però dovevamo capire i nostri errori. L’abbiamo fatto in maniera propositiva e da lì abbiamo fatto dei playoff crescendo. Eravamo contenti, Shavon ha avuto problemi fisici tutto l’anno, ha faticato un po’ a trovare la forma, poi è stato anche gestito durante questi play-off. Lui, pur avendo sangue danese, è molto caldo, lo si vede, è sempre molto emotivo e quindi sapevo che ci teneva particolarmente. Insomma è stato un abbraccio di soddisfazione, di liberazione: eravamo contenti di essere ancora una volta lì in mezzo al campo a festeggiare insieme. Kyle, insieme a Chacho e a Gigi, ha cambiato un po’ quella che poteva essere la percezione di Olimpia Milano in Europa. Chacho aveva alzato la Coppa del primo scudetto, Gigi l’anno scorso ha vinto questo MVP immeritato (battuta, ndr), mi sembrava giusto che Kyle potesse avere anche lui questo momento. Non so quali saranno le sue decisioni, non ho idea di cosa potrà o meno fare, però mi sembrava giusto che nel corridoio del Forum ci fosse una foto di lui con la Coppa in mano. Battute a parte, non so quello che sarà. Adesso non è neanche giusto parlare di questa cosa. Abbiamo vinto ieri sera uno scudetto dopo una stagione molto lunga. E’ giusto godersi un attimo il momento, altrimenti rischi veramente di far passare tutto troppo velocemente. Mai dare per scontato uno scudetto. Ci fosse qualcosa lo direi, adesso non c’è nulla, non c’è niente da dire. La chiave per me è allenarmi. Ho la fortuna di avere una moglie e una figlia a casa che sanno assolutamente qual è la mia priorità, e quindi mi sostengono nel giusto recupero a casa. Mentalmente a volte non è facile, tanto è vero che ho avuto momenti in questa stagione dove ero sicuramente poco brillante, però ho avuto compagni di squadra straordinari, amici, familiari sempre dalla mia parte. Finché il corpo sta tutto attaccato, finché tutti i pezzi sono uniti, io vado, poi mi dovrò fermare. Vincere gara-1 ha cambiato, anche psicologicamente, tutta la serie. In più secondo me gara-2 loro l’hanno meritatamente vinto, ma l’abbiamo buttata via noi dopo aver creato un buon vantaggio. Io avevo chiesto a Ettore di marcare Shengelia per due motivi. In primo luogo perchè lo ritengo un grandissimo avversario, poi perché, essendo molto pericoloso in attacco, permetteva a Nikola di essere un po’ più riposato nella metà campo offensiva dove è straordinario. Ha funzionato, è andata bene. Però ci sono state tante altre chiavi, da Tonut su Belinelli, dalle prestazioni di Napier, Flaccadori, Hines, Voigtmann. La crisi è al settimo anno… A volte il nostro rapporto è stato anche distruttivo, però secondo me la cosa che entrambi vogliamo è il bene di questa società, di questa squadra. Lui ha le sue idee, io ho le mie idee, tutti noi abbiamo idee, delle volte sono uguali, delle volte sono diverse. Lui fa capire molto le sue idee, e io non sono uno che sicuramente si tira indietro. Ma tutto è finalizzato per il bene della squadra, per il risultato comune, perché alla fine non vinco solo io, non vince solo lui, ma vinciamo tutti insieme.”

Kyle Hines: “È stato uno dei gesti più belli che ricorderò della mia carriera. Me lo ricorderò per sempre. Il mio ritiro? Non so ancora prendere una decisione ufficiale voglio solo godermi queste 48 ore con i miei compagni di squadra, con la mia famiglia. È una delle rare occasioni in cui possiamo stare tutti nello stesso posto. Deciderò, ma non ora. Il mio ruolo nel post-carriera? Non ho ancora deciso, ma il basket è la mia vita e lo sarà ancora, perciò in qualche ruolo resterò coinvolto.”

Shavon Shields: “E’ stato un atto molto lungo, con tanti momenti difficoltà, ma siamo un grande gruppo, una grande squadra, e ce lo siamo meritati. A fine partita ho abbracciato Nicolò perchè in quel momento abbiamo realizzato che avevamo appena vinto il terzo scudetto in fila. Tra noi c’è un grande rapporto di amicizia e di stima reciproca ed è stato un bel gesto.”

Nikola Mirotic: “Non è stata una stagione semplice, perchè avremmo voluto fare qualcosa in più. Nei playoff ci siamo uniti ancora di più e siamo stati molto solidi. La mia famiglia ha una grandissima importanza e loro mi sono stati sempre vicino. Milano è una bellissima città e mi sono trovato molto bene.

Stefano Tonut: “Sicuramente sono molto felice, siamo molto emozionati per il traguardo raggiunto. È un obiettivo che probabilmente metabolizzeremo nel giro dei prossimi giorni. Personalmente, non c’è tempo di pensare ad altro che alla nazionale, perché inizia un periodo importante con il preolimpico. Per quanto riguarda il percorso di quest’anno, sono super felice della responsabilità e del ruolo che mi ha dato l’allenatore, lo staff e i compagni. Sapevo che l’anno scorso poteva essere complicato, con alti e bassi, ma quest’anno volevo fare la differenza fin dal primo momento. L’allenatore, Ettore, mi ha dato subito un ruolo e delle responsabilità diverse fin dall’inizio della stagione. Sono felice di aver ripagato la fiducia dal primo momento. Negli ultimi due o tre mesi, sono rimasto stabilmente in quintetto, giocando minuti importanti e marcando avversari importanti. Questo mi rende felice e orgoglioso. La ciliegina sulla torta, dopo un’annata di alti e bassi a livello di squadra, soprattutto in Eurolega, è lo Scudetto che siamo riusciti a conquistare. La mia difesa su Belinelli è stata la chiave? In realtà, lo è stata per tutti. Ogni giocatore che è entrato in campo in questi play-off è stato determinante. Prima della finale, mi è stato chiesto perché dovevamo vincere lo scudetto e ho risposto perché siamo una squadra. Dopo gara 1 contro Trento, dove abbiamo preso una bella sberla, abbiamo giocato sempre più coesi e uniti. Questo si è visto anche in campi difficili come quelli di Trento o Brescia. Siamo super felici tutti.Non stacchi mai veramente. Prenderemo oggi e domani per riposare, ma poi saremo di nuovo pronti per la nazionale. Non c’è molto tempo per prepararci per le partite importanti. Sono felice dal punto di vista fisico perché fino adesso sto bene, quindi arriverò carico. Mi bastano pochi giorni per staccare mentalmente dalle partite, ma con gli allenamenti riprenderò presto, arrivando pronti. Credo che sia questione di giorni per decidere il mio futuro. La mia priorità era pensare alla fine del campionato e finirlo nel migliore dei modi. Ho un’opzione per rimanere qui e bisognerà capire le volontà della società e del coach. La mia volontà è di rimanere. Quando ho firmato due anni fa sapevo delle difficoltà iniziali, ma sarei felice di rimanere e continuare questa crescita. È difficile, ma stimolante. Il mio obiettivo era giocare al livello più alto possibile, e così è stato. Ogni partita in Eurolega è una battaglia e ti tiene mentalmente e fisicamente super impegnato. In campionato, devi comunque vincere nonostante le energie ridotte. Giocare contro i migliori giocatori d’Europa è stato uno stimolo importante per la mia crescita personale. Mi porto dietro questa consapevolezza che è cresciuta anche con la squadra. Arriverò pronto in nazionale e spero di iniziare il terzo anno qui mantenendo la concentrazione. Il mio obiettivo all’inizio dell’anno è sempre di essere il più costante possibile, nonostante gli alti e bassi. Quest’anno credo di averlo realizzato meglio dell’anno scorso e cercherò di fare ancora di più il prossimo anno.”

Christos Stavropoulos: “Dopo una stagione molto difficile, siamo riusciti a vincere questo scudetto. Non è mai facile vincere un terzo scudetto in fila, ma questo scudetto ci ha reso molto felici. Eravamo molto amareggiati come è andata questa stagione. per vari motivi. Sicuramente c’è la parte della sfortuna, che è sempre nello sport importante, ma ci sono state anche delle cose noi che abbiamo sbagliato, delle cose che sicuramente noi vogliamo aggiustare per la prossima stagione, però era un peccato finire questa stagione senza un titolo. È la bellezza di lavorare in un grande club, che deve vincere tutto. Non c’è secondo posto, c’è solo il primo. Ma questo è bello, ti dà stimolo. Quello che ho detto non era per muovere l’acqua, però era una mia perplessità personale anche del club che rappresento. Perché non vuol dire che dopo quello che ho detto, dopo abbiamo avuto due partite in cui non è successo niente. Sono successe delle cose tutte le partite, ma non solo quelle delle finali, anche prima. Credo che la chiave, quello che avevo detto, è che su tante partite il metro arbitrale non è lo stesso. Il livello del campionato italiano lo paragono solo a quello spagnolo e, allora, mi aspetto che, come investono le squadre, si investa anche nel reparto degli arbitri. Cedo che possono fare meglio, sicuramente. Adesso che è finita la stagione, cominceremo ad essere più attivi anche nel parlare con i giocatori che hanno terminato il loro contratto con l’Olimpia. È vero che in questo ultimo periodo, giocando le finali, non volevamo avere anche dei discorsi e delle trattative con i giocatori perché è un periodo un po’ particolare. Ora che abbiamo finito, siamo pronti per un lavoro più intenso. Però, finché noi non facciamo un comunicato ufficiale, non possiamo parlare per nessun giocatore. Ismael Kamagate, che avevamo dato in prestito l’anno scorso, lo daremo anche quest’anno a Tortona, per un secondo anno. Noi abbiamo i diritti anche per un terzo anno del giocatore. Abbiamo già trovato l’accordo con il giocatore e con Tortona. Stanno lavorando molto bene, noi siamo fiduciosi che il ragazzo la può crescere ancora. Inoltre, abbiamo trovato l’accordo con un allenatore che verrà per i prossimi due anni: Giuseppe Mangone. Verrà come players development. Lavorerà prima con le giovanili, perché per noi le giovanili sono molto importanti. E l’hanno dimostrato anche i risultati che hanno fatto, hanno vinto quasi tutto quest’anno. Volevamo rafforzare questo reparto e verrà Giuseppe a darci una mano. Una persona molto qualificata. Darà una mano sia un po’ anche alla prima squadra, ma anche alle giovanili”. Mentre Poeta andrà a Brescia: “Sì, siamo molto fieri per lui. Quest’anno il mercato è un po’ fuori controllo. Ormai abbiamo tanti competitor. Una volta c’era solo la Cina, adesso c’è anche il Giappone, c’è l’Australia, c’è l’America. Adesso stanno parlando di avere due squadre in più in NBA. Questo vuol dire due squadre più in NBA più due in G-League. Siamo parlato di non pochi giocatori. Dopo abbiamo la questione del college. Questo vuol dire che il serbatoio anno per anno è più ristretto. Questo è un problema per la pallacanestro in Europa. Lunedì e martedì a Barcellona abbiamo un Board di Eurolega e sicuramente sarà anche un tema perché stiamo analizzando un nuovo sistema di salary cap, che sarà proposto alle squadre. Questo nuovo sistema sarà implementato dall’anno 2025, per cercare un po’ di controllare questo caos, Io non so, però, se questo strumento del salary cap controllerà mquesto caos. Questa è la mia preoccupazione. Però sicuramente tutte le squadre siamo preoccupate e stiamo analizzando per trovare le soluzioni per affrontare questo problema.”

Lorenzo Lubrano – RadioBlaBlaNetwork News