Come ogni anno, la kermesse si è aperta in piazza Sordello con il consueto saluto da parte del Comitato organizzativo e le principali autorità cittadine e regionali. Anche quest’anno il successo di pubblico è stato consistente nonostante le giornate siano state spesso caratterizzate da improvvisi acquazzoni. Le ragioni di questo successo si devono soprattutto alla qualità e alla varietà degli ospiti presenti, e al fatto che il Festival si è da sempre offerto come un momento #indipendente.

L’offerta è stata vasta, impossibile da seguire in toto. Quanto segue è un resoconto della mia esperienza diretta ed indiretta degli avvenimenti.

Appuntamenti fissi nei cinque giorni della rassegna sono stati lo spazio “Accenti”, dove chi parlava approfondiva una specifica tematica, e lo spazio “Il fuoco sacro della scrittura” dove, a turno, alcuni autori e autrici (Franchini, Di Pietrantonio, De Luca per dirne alcuni) hanno parlato del loro specifico rapporto con la scrittura.

I percorsi erano molteplici e stava alla sensibilità di ognuno creare il proprio filo rosso da seguire.

I rapporti parentali sono stati un aspetto approfondito in più occasioni. Ricordo con piacere l’incontro alla presenza di Antonio Franchini e Federica Manzon (entrambi candidati al prossimo Premio Campiello, ndr) che, nel presentare i loro più recenti testi, hanno toccato da vicino il discorso.

L’edizione 2024 è stata occasione per rivedere nomi che ormai sono di casa a Mantova. Tra questi, Marco Malvaldi (presente con la moglie Samantha Bruzzone), che con la sua verve toscana ha saputo coinvolgere il pubblico in diversi incontri; Lella Costa è stata pure mattatrice in due situazioni particolari; non è mancato nemmeno in questa edizione Zerocalcare, a sottolineare come il Festival voglia sempre dare rilievo alla #letteratura che può offrire un impianto narrativo come la graphic novel. Il fumetto è quindi visto non più come prodotto di semplice consumo ma anche come qualcosa di artistico, con un suo specifico linguaggio dettato da particolari ritmi. Ne consegue spesso una realizzazione vicina alla nostra realtà e al nostro modo di vedere le cose.

Non sono mancati gli ospiti stranieri. Tra di loro ha fatto il tutto esaurito lo scrittore francese Emmanuel Carrère, di cui è stato ristampato recentemente il suo saggio “Ucronia”, termine che a suo dire è quanto mai attuale. Grossa affluenza ha avuto anche l’evento che ha avuto come protagonista Joel Dicker, autore di libri che finiscono sempre nei primi posti delle classifiche di vendita.

Per dare un’idea di come le proposte della manifestazione spazino in più ambiti, non si può non parlare della cantante Alice che in questo contesto ha presentato la sua recente autobiografia dedicata per grossa parte alla sua carriera artistica.

Il carattere internazionale di tutta quanta la manifestazione è stato poi sottolineato da alcuni frangenti in cui sono state organizzate lezioni propedeutiche alla grammatica araba o alla lingua sinti (quest’ultima con l’intervento della scrittrice Morena Pedriali Errani) ma anche ad altri idiomi che in questi ultimi tempi stanno entrando a far parte della nostra quotidianità.

Un aspetto molto legato al contingente ha riguardato Emanuela Anechoum e Mohamed Maalel, i cui libri hanno evidenziato lati positivi e negativi dell’essere immigrati di seconda generazione. Per quanto riguarda l’argomento ambientale, protagonista in lungo e in largo anche in questa edizione, vorrei sottolineare quanto è venuto fuori dall’incontro con Paolo Pecere e cioè che nell’interazione uomo/ambiente è opportuno fare anche un discorso sulle conseguenze che possono ricadere sulla fauna. Nell’ambito della divulgazione scientifica e non, si sono particolarmente distinti Chiara Valerio e Massimo Polidoro.

Come ogni anno, non sono mancati eventi relativi al genere ‘giallo’ e derivati, un #topic immancabile a Mantova, anche perché questa tipologia di libri richiama sempre l’interesse di un grosso numero di persone. Anche quest’anno non sono mancati i nomi di grido come Carlo Lucarelli, Maurizio De Giovanni, i già citati Marco Malvaldi e Joel Dicker. La loro presenza sta a testimoniare quanti sviluppi possa avere questo tipo di letteratura.

Elencare tutte le presenze è impossibile, anche perché il #libro, come entità e come storia da raccontare, è quanto di più soggettivo possa esistere.

Prima di concludere, va fatta una menzione in merito al lavoro dei ragazzi volontari, le cosiddette ‘magliette blu,’ che si sono prodigati in ogni senso per la buona riuscita dell’iniziativa.

Si dà quindi l’arrivederci alla edizione numero #ventinove, con l’augurio che sia sempre garantito uno standard così alto di ospiti.

Enrico Redaelli – RADIOBLABLANETWORK NEWS