La Storia è fatta dagli uomini e dalle donne. A volte, però, è la Storia che ‘fa’ le persone, che le tempra o che le cambia.

Nella trama di Bastasi, però, c’è qualcosa da aggiungere a quanto appena detto.

Ci si trova di fronte ad un romanzo storico che parla di un periodo fondamentale per l’Europa e per il mondo. Si tratta di quegli anni (1991-1993) che hanno coinvolto il popolo russo in una decisiva transizione di cui ancora adesso si percepiscono conseguenze. Solo che qui, la Storia interpreta la parte di chi non si rivela completamente alla gente, all’opinione pubblica. Quanto è rimasto oscuro di quel periodo?

“La seconda volta” non vuole dare LA risposta, anche se comunque fornisce UNA risposta. Dico questo perché lo scrittore è persona che ha vissuto quegli anni direttamente sul posto. E’ una testimonianza preziosa quindi che si presenta sotto forma di narrazione e non di saggio, proprio per essere divulgata meglio.

Il percorso in questo periodo così particolare è guidato da un io-narrante in prima persona che, a mio parere, permette di percepire di più l’intento di Bastasi di condividere la sua esperienza.

Un aspetto che a mio parere fornisce una chiave di verosimiglianza è la mente del protagonista che racconta il suo punto di vista non seguendo una precisa linea temporale. Questo andirivieni tra i ricordi e il presente crea anche un po’ di suspense, crea un maggiore coinvolgimento con i fatti raccontati e con le figure che popolano le pagine del volume.

Autobiografismo o non autobiografismo, non è questo il punto. Semmai il punto è quello di provare, con questo testo, a scoperchiare una sorta di vaso di Pandora relativamente a un Paese che rappresenta spesso e volentieri l’ago della bilancia di molte questioni politiche ed economiche.

Direi che studiare la Storia dovrebbe (condizionale d’obbligo) far imparare a NON commettere gli stessi errori a distanza di anni. E’ la stessa disciplina ad insegnare che gli uomini (e apposta non dico #donne) hanno trascurato i suoi insegnamenti.

Bastasi non vuole essere didascalico.

Sta dalla parte della Storia.

Invita a non prenderla sotto gamba.

Enrico Redaelli – RADIOBLABLANETWORK NEWS