Se fosse #CINEMA sarebbe un piano sequenza molto personalizzato.

Se fosse #TEATRO sarebbe un monologo dove l’attore interpreta tutte le voci.

Se fosse #LIBRO… sarebbe questo.

Innanzi tutto mi preme accennare al fatto che la prosa del romanzo adotta la punteggiatura in un modo che potrebbe ricordare Saramago come pure Haruf. Solo che qui si sale un gradino più in su, perché sembra quasi che questo utilizzo permetta a Foresti di fondere in un tutt’uno le battute di chi parla e il discorso della voce narrante, meglio di quanto potesse accadere nei sopraccitati autori.

Foresti si diverte poi a tenere in esercizio l’attenzione di chi legge creando rimandi, echi. In esergo, ad esempio, viene inserita una citazione (da tenere assolutamente in considerazione per comprendere il valore del volume) tratta da un libro, che poi viene nominato in più di un’occasione nel corso della trama. Salta all’occhio, però, un altro dettaglio importante, e cioè che l’unico personaggio femminile abbia lo stesso nome di battesimo della scrittrice, come se in qualche modo lei stessa volesse nascondersi all’interno del plot.

E a proposito di plot, leggere “La colpa è nei dettagli” è un po’ come stare per metà a mollo in riva al mare lasciandosi cullare dall’andirivieni delle piccole onde piacevoli. Solo che queste onde a poco a poco incrementano la loro forza e ti trascinano dalla riva sempre di più al largo, finché non ti ritrovi in un vortice senza ritorno.

Quello a cui si assiste, leggendo, è l’entrata progressiva in un delirio connotato da atmosfere allucinatorie e disturbate, nelle quali lo stesso protagonista Marco perde in maniera graduale i propri punti di riferimento (e ovviamente, anche chi legge). Di conseguenza, ne risente anche il concetto di #Verità (#Pirandello, grazie di essere ancora dei nostri). Ormai è assolutamente anacronistico pensare a questa idea di #Vero come se si trattasse di qualcosa che è compatto e indiscutibile. Inutile cercare un’unica interpretazione di quello che succede. Inutile ricondurre tutto in un unico solco. La prospettiva non è quella di tanti piccoli corsi d’acqua che confluiscono in un solo fiume.

E’ esattamente il contrario.

E’ il fiume che, ancor prima di sfociare nel mare, si divide disordinatamente in tanti torrenti indisciplinati…

“La colpa è nei dettagli” richiede concentrazione, vuol essere al centro del palcoscenico. Se lo vuoi iniziare non devi condividere con lui nessun #accidente perché altrimenti, con qualche misterioso sortilegio, ci si metterà lui a confonderti ancora di più.

Enrico Redaelli – RADIOBLABLANETWORK NEWS