Inizio di anno positivo per il paraciclismo che torna a casa con ventuno medaglie totali e il secondo posto in classifica generale alle spalle dell’Australia. E’andata in archivio la tappa di Coppa del Mondo di paraciclismo, che si è svolta ad Adelaide, in Australia, dal 14 al 17 gennaio.

La squadra azzurra ha conquistato 9 ori, 8 argenti e 4 bronzi, confermandosi ancora una volta come una delle Nazionali più competitive a livello mondiale.

RadioBlaBlaNetwork News è riuscita ad intercettare Luca Mazzone, uno degli artefici di questo magnifico inizio azzurro, vincitore di due ori individuali e un argento nel Team Relay con Davide Cortini e Diego Colombari.

Dal Nuoto al Handbike

“Ciao Sono Luca Mazzone sono di Terlizzi, in provincia di Bari. Nel 1990 un tuffo nel mare mi ha reso tetraplegico, all’età di diciannove anni. Dopo l’incidente ho deciso di continuare a praticare attività fisica, dedicandomi al Nuoto Paralimpico. Nel 2000 partecipo alle Paralimpiadi di Sydney e conquista subito due argenti nei 50 mt e nei 200 mt stile libero, categoria S4; Inoltre, nel 2004 prendo parte alle Paralimpiadi di Atene ma non riesco a salire sul podio, finendo per due volte in quinta posizione. Quattro anni dopo ci riprovo ai Giochi Paralimpici di Pechino 2008, ma non riesco a tornare a casa con una medaglia, così ho deciso di intraprendere una nuova avventura chiamata Handbike, già provata nel 2008, come allenamento aggiuntivo al nuoto. Decisivo è stato l’incontro con l’amico Vittorio Podestà che mi ha avvicinato a questa realtà. In poco tempo passo dalle passeggiate alle maratone e alle gare internazionali: nel 2012 vengo tesserato al Circolo Canottieri Aniene e conquista ripetutamente medaglie iridate e molti titoli italiani nella prova in linea individuale (Su strada; categoria MH2). In questo momento sono l’atleta più vincente in attività con diciotto medaglie mondiali e sei paralimpiche, tre d’oro e tre d’argento”.

Dove nasce la passione per l’handbike

“L’handbike per la prima volta l’ho vista a Pechino e me ne sono subito innamorato chiedendo informazioni a Vittorio Podestà su come funzionasse. Non ho mai avuto dubbi sul voler iniziare questa avventura dopo aver appeso il costume al chiodo”.

Il legame con Alex Zanardi

“Il rapporto con Zanardi è un rapporto eccezionale. Lui era un vero leader che manteneva sempre alto l’umore della nazionale, era una sorta di fratello maggiore per tutti noi ed era sempre disponibile ad aiutarci tutti, ad esempio, mi ha sempre aiutato nella manutenzione della handbike quando ne avevo bisogno. Quando incontro la moglie alle gare le chiedo di abbracciarlo da parte mia”

Paralimpiadi di Rio

“A Rio ho provato un’emozione incredibile è stata la prima medaglia d’oro alle paralimpiadi, c’ero andato vicino 16 anni prima a Sydney dove ho vinto l’argento nei 50 Stile, l’oro è sempre stato il mio grande sogno e sono riuscito a coronarlo, battendo l’avversario americano per soli sette secondi. Sentire l’inno e sapere che molti italiani erano li con me mi ha reso davvero orgoglioso dopo i tanti sacrifici che ho fatto per raggiungere questo traguardo”.

L’handbike è pericolosa?

“L’handbike sicuramente non è lo sport più sicuro al mondo, la strada spesso è piena di utenti che possono causare pericoli se non rispettano i limiti, cerco strade poco trafficate e di essere sempre prudente quando mi alleno”.

L’inizio del 2024

“L’inizio di stagione è stato anomalo abbiamo iniziato da subito in Australia e l’esordio stagionale è stato molto positivo torno a casa con due ori individuali e un bronzo nella staffetta. I miei due avversari più temibili non erano ai nastri di partenza, le sensazioni sono state molto positive, ho vinto la crono per soli due secondi e la gara in linea è stata molto combattuta. I prossimi impegni internazionali saranno a maggio. Il grande scopo di questa stagione è fare bene a settembre alle paralimpiadi di Parigi e ai mondiali di Zurigo. Lavorerò sodo per farmi trovare pronto”.

Cosa vorresti fare dopo

“Ho in cantiere tanti progetti, uno tra questi è quello di poter aiutare le nuove generazioni ad avvicinarsi al mondo del paraciclismo magari al interno della nazionale”.

Davyd Andriyesh – RadioBlaBlaNetwork News