Giulia Terzi, nuotatrice paralimpica di Treviglio, si racconta ai microfoni di RadioBlaBlaNetwork. Giulia alle ultime Paralimpiadi disputate a Tokyo nel 2020 ha vinto due medaglie d’oro, due d’argento e una di bronzo.

Il nuoto è uno degli sport cardine nel movimento paralimpico ed è stato inserito all’interno della kermesse paralimpica fin dalla sua prima edizione, svoltasi nel 1960 a Roma.

A Tokyo, l’Italia ha combattuto fino all’ultimo per vincere il medagliere contro superpotenze come Cina, USA o RPC (comitato paralimpico russo). Tra i nostri portacolori ricordiamo Simone Barlaam, Carlotta Gilli, Arjola Trimi e Francesco Bocciardo. Tutti vincitori almeno di un oro paralimpico.

Ai nostri microfoni abbiamo raggiunto Giulia Terzi che ringraziamo per la disponibilità.


Chi è Giulia Terzi?

“Sono Giulia Terzi, ho 28 anni. Caratterialmente sono una persona molto determinata e ambiziosa, troppo perfezionista alle volte. Non mi accontento spesso, ma cerco sempre di raggiungere quel traguardo in più, sia nelle gare che nella vita . Mi piace molto leggere, ascoltare la musica ed ho una passione anche per gli animali”.

Ci vuoi raccontare come sei giunta al mondo paralimpico?

“Quando nel 2018 sono rimasta in carrozzina mi è stato detto che per la mia patologia avrei potuto solo nuotare. Essendo sempre stata un’agonista mi sono dedicata al nuoto e ho cercato una squadra paralimpica a cui potermi affidare”.

Da dove nasce la tua passione per il nuoto?

“Sono entrata in acqua piccolissima, a 5 mesi, ma poi dai 5 anni mi sono dedicata alla ginnastica artistica. Nel mentre nuotavo solo per fini riabilitativi e medici. Nel 2018, quando disputai la mia prima gara a Busto Arsizio provai le stesse emozioni di una gara di ginnastica. In quel momento ho capito di essere nel posto giusto e che avrei voluto seguire in quella strada”.

Qual è il tuo legame con Massimiliano Tosin? E con la Polha la tua squadra di appartenenza?

“Max per me è più di un allenatore, c’è un rapporto molto maturo e di continuo confronto anche per questioni che vanno al di fuori degli allenamenti. Dal punto di vista tecnico lui è eccezionale, ha grande passione in quello che fa ed è impossibile non accorgersene. La Polha è una grande famiglia. E’una realtà unica in Italia, ha dietro persone che ci mettono anima e cuore per costruire tutto. C’è grande rispetto e grande ammirazione da parte mia e sono fiera di far parte di questo grande gruppo. È sempre bello vedere nuovi giovani avvicinarsi allo sport e alla Polha ne stanno crescendo tanti”.

Che emozioni hai provato a Tokyo? E sul podio?

“Tokyo a livello di emozioni è stato il top. Credo di averle provate tutte: Dall’ansia, al pianto di panico, alle lacrime di emozione, alla gioia più pura. Sul podio sono salita cinque volte e ogni volta è stata un’emozione diversa. L’oro individuale sicuramente è stato inatteso e il momento in cui mi sono trovata sul podio è stato come se mi fossi resa conto di ciò che avevo fatto. Quella medaglia era di tante persone che negli anni mi hanno accompagnato anche nei momenti più difficili”.

Parlaci di come affronti gli allenamenti in dolce attesa? Che emozioni ti suscita questa bellissima notizia?

“Sia io che il mio compagno siamo molto emozionati per questa novità. Gli allenamenti al momento sono ovviamente calibrati con la mia condizione fisica e variano giornalmente a seconda di come mi sento. Anche su questo c’è un continuo dialogo con chi mi segue. Sto comunque continuando ad allenarmi per cercare di mantenere il possibile in modo da non rientrare in acqua dovendo ripartire da zero dopo la nascita del bimbo”.

Che consigli daresti a una persona che si sta approcciando per la prima volta al mondo paralimpico?

“Io gli consiglierei di cercare il posto giusto e le persone giuste. Le medaglie sono importanti, ma credo che gli insegnamenti che ti dà lo sport lo siano ancora di più. Lo sport serve a crescere, a far gruppo, a conoscerti e tutto questo serve nella vita quotidiana. Ai più piccoli consiglio di scegliere lo sport che più gli piace, che più li rappresenta e di dare sempre il loro massimo in ogni allenamento. Solo così saranno sempre soddisfatti di quello che fanno”.

Cosa ti aspetti dal 2024?

“Il 2024 sarà un anno ricco. A inizio anno diventerò mamma e comincerà il viaggio più incredibile della nostra vita. Tornerò in acqua appena mi verrà dato l’ok dai medici e l’obiettivo è ovviamente quello di centrare la qualificazione per Parigi”.

Cosa ti piacerebbe fare dopo la tua carriera natatoria?

“Terminata la carriera da nuotatrice presenterò domanda per l’ammissione al dottorato di ricerca in università. Al momento sarebbe alquanto difficile conciliare tutto. In futuro mi piacerebbe rimanere a lavorare in ambito universitario dando però sempre una mano all’azienda di famiglia”,

RadioBlaBlaNetwork fa a Giulia Terzi un grosso in bocca al lupo per il proseguo della sua stagione.

Davyd Andryesh – RadioBlaBlaNetwork News

Foto: Gazzetta dello Sport