Il tennistavolo paralimpico è praticato in 140 nazioni ed è il terzo sport paralimpico per numero di atleti. È stato introdotto alle Paralimpiadi già dalla prima edizione di Roma 1960. In Italia la Federazione Italiana Tennistavolo (FITeT) dal 2009 organizza le attività tecniche e agonistiche per tutte le tipologie di disabilità incluse nel tennistavolo paralimpico.
Il tennistavolo paralimpico è una disciplina che può essere praticata da persone con diversi tipi di disabilità sia fisiche che intellettive o sensoriali. Le carrozzine sono le stesse utilizzate nella vita di tutti i giorni, con piccoli adattamenti personalizzati in funzione del tipo di gioco e della classe di appartenenza. Un pongista con una lesione midollare alta (tetraplegia) ne avrà una chiusa, per stabilizzare e non sbilanciare il baricentro del tronco troppo in avanti, uno con lesione midollare più bassa (paraplegia) ne utilizzerà una più aperta e libera, che consenta maggiori movimenti e spostamenti durante i colpi.
In esclusiva su RadioBlaBla Network Edoardo Casati atleta della nazionale italiana ci ha raccontato questo mondo.
La scoperta del mondo paralimpico
“Ho conosciuto il mondo paralimpico nel 2016, visto che è stato uno strumento fondamentale nella mia riabilitazione all’unità spinale al Niguarda. Mi sono subito innamorato del tennistavolo e ho iniziato a competere dal 2019”.
La scelta del ping pong
“Mi sono innamorato del ping pong perché è uno sport principalmente di testa”.
Emozioni nazionali
“Quando rappresento il nostro paese è un’emozione stupenda, cerco di sfruttare ogni opportunità che mi viene data. Sono salito sul terzo gradino del podio agli europei giovanili ed è stata una sensazione incredibile sentire il calore del pubblico”.
Avvicinamento al mondo paralimpico
“Chi inizia uno sport paralimpico non deve farsi frenare dalle difficoltà perché col tempo diventeranno delle qualità. Ogni sport paralimpico ha un bel ambiente di condivisione”.
Quando non mi alleno mi piace
“Quando non mi alleno mi piace ascoltare la musica in particolare Alfa e stare in compagnia della mia fidanzata, sono davvero contento di riuscire a conciliare la vita da studente universitario in comunicazione alla Cattolica a quella da sportivo”.
Dal 2024 vorrei
“Dal 2024 non mi aspetto molto; sono contento del percorso fatto in questi quattro anni e di essere riuscito ad entrare nella nazionale giovanile, nel prossimo quadriennio punto a raggiungere la nazionale maggiore e conseguire un traguardo importante come quello della laurea “.
Davyd Andryesh – RadioBlaBlaNetwork News