E’ una lunga storia quella dove sussistono dinamiche tossiche all’interno dei rapporti interfamigliari. Spesso poi, queste dinamiche hanno origine in un momento in cui il nucleo famigliare è ancora di là dal nascere.

Sovente, nella realtà, si ha notizia di tutto questo tramite particolari che vengono divulgati dai vari mass-media con una tale frequenza che alla fine sembrano scritti sullo stesso canovaccio.

E’ una lunga storia che, nella fiction, Scotti racconta discostandosi da facili retoriche e da strutture stereotipate, partendo da premesse che potrebbero sembrare già note ma che poi evolvono in un modo interessante con un’attenta analisi delle psicologie dei personaggi principali della vicenda.

Inoltre, l’impianto narrativo alterna due piani che mantengono alta l’attenzione.

Da un lato c’è Claudia che, oltre ad essere l’io narrante, è una sorta di asse di simmetria tra il #passato rappresentato dai suoi genitori e il #presente_futuro incarnato dalla figlia. Il nucleo della trama però presenta una serie di antefatti importanti che riportano al trauma, all’incidente fantasmatico che sta alla fonte di tutto.

A Claudia si contrappone un’altra voce, un’entità che sta sopra ai protagonisti di questa vicenda al punto di apparire come onnisciente. A questa seconda voce sembra sia stato dato l’incarico di descrivere soprattutto la figura di Caterina, madre di Claudia. Nelle pagine, questa voce agisce come se fosse su una scena teatrale durante i cosiddetti ‘a parte’ nei quali al pubblico si rivelano alcuni segreti all’insaputa di chi è presente sul palcoscenico.

Il flash-back è una tecnica a cui si ricorre in più di un’occasione all’interno del libro. La voce super partes attraverso questi ricordi centellina i particolari che servono a conoscere meglio tutti i risvolti del plot. Per Claudia, invece, ritornare indietro nel tempo è uno strumento per indagare, per capire l’essenza del presente. In entrambi i casi domina una singolare lentezza: se la voce onnisciente sembra divertirsi a svelare piano piano gli aspetti più reconditi dei fatti e degli #attori di questa storia, Claudia ha bisogno giustamente del suo tempo per riuscire a trovare prima il bandolo della matessa che le servirà poi per creare il gomitolo di tutta una serie di situazioni.

Non esistono fattori prevedibili. Questi possono essere riscontrabili in alcuni contorni presenti nella parte iniziale. Successivamente l’azione si evolve in qualche cosa che è assolutamente coinvolgente, forte del fatto che “Del nostro meglio” è popolato da un nutrito numero di figure secondarie che fanno la differenza. Personaggi primari, figure secondarie, gli ‘a solo’ di Claudia, risultano nel complesso molto spontanei e quindi molto verosimili.

Da leggere, per imparare come stare lontani da eventuali #veleni quotidiani.

Enrico Redaelli – RADIOBLABLANETWORK NEWS