Anche se il libro è centrato su una storia adolescenziale, questo non vuol dire che gli adulti debbano essere esclusi dalla lettura del romanzo. Non solo perché l’amicizia, al centro della trama, è un tema trasversale (che fosse universale era ovvio saperlo), ma perché errori di valutazioni e prospettive possono essere compiuti a qualsiasi età.
Da una parte Tom, Poni, Leo, ovvero i tre vertici della vicenda. Dall’altra un’ossessione.
Esiste un problema nel loro rapporto. Esiste una #logica con la quale sarebbe giusto che i tre risolvessero da soli il motivo del contendere. Esiste però anche la logica degli adulti che si impone tenendo conto solo parzialmente delle singole individualità dei tre personaggi.
Tutto questo scatena una spirale di eventi che parte in sordina per prendere velocità con il corso degli eventi. Questa progressiva rapidità crea una certa ansia e una certa suspense anche perché, dalla sua, Perale ha la capacità di leggere il modo di fare dei ragazzi di quella fascia d’età. Sono imprevedibili perché ora hanno in mente una cosa e nel momento appena successivo pensano all’esatto opposto.
Questa ansia/suspense viene sapientemente acuita dalla costruzione dei dialoghi. Il vortice dei pensieri di questi ragazzi li porta ad esprimersi con poche parole. Dominano quindi nelle conversazioni, soprattutto in quelle tra i personaggi più giovani, un minimalismo e una brevità che infondono all’insieme un senso di verosimiglianza assolutamente concreto.
Si uniscono a tutto questo alcuni cospicui momenti di #non_detto che di sicuro contribuiscono a creare un’atmosfera incerta, annebbiata, torbida. E’ a questo punto che nascono quelle bugie che sono l’anticamera dell’ipocrisia, tanto di moda nel gruppo dei grandi. E a proposito di questo verrebbe da chiedersi come saranno da adulti i ragazzi presi in considerazione da questo plot…
Perale crea un’opera che non lascia indifferenti, soprattutto chi vede nell’amicizia un valore importante. Un valore che però non deve essere sottovalutato o dato per scontato.
Non mancheranno riflessioni o giudizi sul comportamento di tutti, e sul fatto che la componente genitoriale sembra volersi un po’ estraniare dal mondo dei giovani. Qualunque sia il parere, il sapore ed il gusto che lascia “Amico mio”, occorre ricordare che un semplice gesto, in più o in meno, può determinare conseguenze decisamente inaspettate.
Enrico Redaelli – RADIOBLABLANETWORK NEWS