Presso il Teatro Lirico Giorgio Gaber Lorenzo Cherubini, “Jovanotti” ha presentato il nuovo album (Il Corpo Umano Vol.1). Il Jova oltre alla presentazione dell’album ha raccontato il post incidente, la fiducia nel fumo e il Giorno della Memoria.

“Ho fatto proprio in questi giorni un test, una gamba è pronta al cento per cento, l’altra all’ottanta: sono contentissimo”. E sono certo che per il debutto del PalaJova 2025!, previsto il prossimo 4 marzo a Pesaro, tutte le percentuali, fisiche e morali, saranno al livello massimo. Un disco era una ipotesi remota. Sto così come la gente mi vede, meglio di ieri peggio di domani ma pieno di desiderio con 15 canzoni nuove e la voglia di abbracciare la mia gente. Subito è venuta la cover e ho pensato al gioco del piccolo chirurgo. Che ha per altro una sua simbologia: una per tutte, indosso i boxer ed è un chiaro rimando al mio primo disco, Jovanotti for President. Mai ho preso in considerazione il corpo poi si è rotto e ho capito che le cose ci sono quando ti mancano: che hai bisogno di aria te ne accorgi quando ti manca e così è stato per me per il corpo. I testi delle canzoni sono romantiche perché la mia vita è immersa nell’amore di una donna, di una figlia, degli amici. Ho incontrato un po’ di produttori tra cui Dardust, Michele Canova e Federico Nardelli e con loro ho identificato tre mondi musicali da esplorare: quelli pianistico, elettronico e più indie. Il corpo umano è il campo di battaglia, la vita oggi si sposta attraverso la rete, sembra superfluo il corpo e invece è il veicolo attraverso il quale siamo vivi. E io sono contento di essere vivo. Il corpo gabbia dell’anima di Platone ma non sono d’accordo. Cosa occorre per stare bene? L’elenco è smisurato: Allegria, ironia, cazzeggio, bisogna sapersi ridere sopra, l’universo è la risata di Dio e noi il frutto di una grande risata. Eppure sono ottimista: oggi vince il pessimismo, la paura a volte fa vincere le elezioni a chi non lo merita, so che il mondo è un postaccio complesso ma esistono cura, progresso, talento, possibilità di parlarsi e incontrarsi ed è un mondo vero che esiste. Bisogna guardare la realtà che è sempre stupefacente e il bene trionferà. Per tornare a fare concerti voleva una storia nuova non il suo repertorio e basta e “ho scelto di ribattezzare il tour PalaJova! perché può essere letto pure come pala…giova”

“Un amore sconfinato che risale all’infanzia poi con Adriano siamo diventati amici. È il pezzo più rap ed è una storia vera”. Sulla canzone Celentano

Prima di salutarci una riflessione sulla Giornata della Memoria che è il 27 gennaio: “Bisogna ricordare la Shoah, lo sterminio che ha colpito non solo gli ebrei ma tante culture. Ci aggiungo che il 27 gennaio è una è più di una data simbolica perché anche il giorno in cui è stato liberato il campo Auschwitz-Birkenau. Infine siamo in un teatro, oggi dedicato a Giorgio Gaber, dove il 16 dicembre 1944 Benito Mussolini ha tenuto il suo ultimo discorso pubblico. Anche per questo Gaber è libertà”.

Lorenzo Lubrano BlaBlanetwork News